Dopo una buona seconda parte di stagione lo scorso anno, Ashey Young quest’anno sembra in fase calante.
D’altra parte va per i 36 anni e Ivan Perisic, appreso a giocare da esterno di sinistra a tutto campo, offre sicuramente più garanzie.
Quella di Ashley Young (51 presenze e 4 gol in due mezze stagioni) è l’ennesima esperienza non esaltante di un giocatore inglese con la maglia dell’Inter.
Non che abbia fatto male, ma nemmeno benissimo: esattamente come i due precedenti (tre aggiungendo Ben Greenhalgh – classe ’92 che attualmente gioca nella sesta serie inglese – che però non ha mai esordito in prima squadra).
Il primo inglese ad aver vestito la casacca nerazzurra è Gerald Archibald Hitchens, meglio noto semplicemente come Gerry Hitchens: soprannominato ‘pel di carota’ per i suoi capelli, disputò con la maglia nerazzurra due stagioni tra il 1961 e il 1963, vincendo frattanto il primo scudetto dell’era Moratti.
Per lui 20 gol in 43 presenze, prima di trasferirsi al Torino (in seguito giocherà anche con le casacche di Atalanta e Cagliari).
E’ il calciatore inglese che ha totalizzato più presenze e reti in serie A ma nonostante ciò non è esattamente il più noto (anche perché il connubio calciatori inglesi – calcio italiano non è famoso per i grandi risultati).
Sono 74 le presenze e 13 le reti per Paul Emerson Carlyle Ince, giunto all’inizio della stagione 1995/96 per 13,5 miliardi di lire dal Manchester United (Moratti voleva Cantona, ma comprò il grintoso centrocampista – dotato di ottimi tempi di inserimento): per lui due stagioni in nerazzurro, con buone prestazioni nel momento in cui sulla panchina si sedette il connazionale Roy Hodgson.
Lasciò sdegnato il campionato italiano dopo essere stato bersaglio di cori e insulti razzisti.