Classe 1988, Felipe Caicedo da Guayaquil è un attaccante che nell’ormai lunga carriera ha realizzato 119 reti in 486 gare: non una quantità clamorosa, ma sicuramente importante considerando come spesso si sia trovato ad essere una punta di rincalzo nelle compagini in cui ha giocato (ad esempio alla Lazio, dove fu allenato dall’ormai nostro Simone Inzaghi).
Nei prossimi sei mesi vestirà la casacca della Beneamata, sperando di aiutare il club a vincere il suo secondo scudetto consecutivo (e magari conquistando sul campo una riconferma come bomber di scorta).
Per certo, per adesso, Caicedo ha scritto la storia del club: è infatti il primo giocatore dell’Ecuador a vestire la maglietta dell’Internazionale.
Come raccontato ai canali ufficiali del club: “Sono molto emozionato, veramente. Voglio fare bene e ringrazio innanzitutto mister Inzaghi che ha fatto di tutto per avermi qui. Non vedo l’ora di cominciare ad allenarmi, voglio mettermi a disposizione. Sono orgoglioso di rappresentare il mio paese, sono il primo ecuadoriano nella storia dell’Inter. Spero di far bene e di continuare a far bene”.
E dopo aver vestito la maglia numero 20 alla Lazio e la 9 al Genoa (dove ha giocato – con scarsa sorte – la prima metà di questa stagione) Caicedo ha deciso di vestire la maglia numero 88.
88, come il proprio anno di nascita.
In assoltuo, il numero 88 è un numero controverso.
Ricordiamo come non pochi problemi abbia creato al rivale di sempre Gianluigi Buffon nel 2000, quando decise di optare per la maglia in questione – riecheggiante il nazismo.
Lui spiegò in quella occasione:
“Volevo lo 00, come in NBA, oppure lo 01, ma sono vietati. Il 99 era di Guardalben, col 69 qualcuno si sarebbe offeso, col 66 se la sarebbe presa il Vaticano. Così restava solo l’88, che per me è il numero della forza. Il nazismo? Nulla di più lontano da me. La mia famiglia mi ha sempre spiegato cosa fosse l’olocausto”.
Poi optò per la 77.
Nel caso di Caicedo, difficile attribuirgli nazismo.
Come dicevamo, 1988 è l’anno di nascita del delantero ecuatoriano.
Del 1988 era anche il primo giocatore ad indossare la casacca nella storia della Beneamata: correva la stagione 2010/11 e Biabiany – prodotto del vivaio nerazzurro – scelse la casacca 88.
In seguito – tornato all’Inter dopo il fallimento del Parma – indosserà la 11, ma per certo la 88 gli porterà maggiore fortuna: con il numero sulle spalle aiuterà l’Inter a vincere la coppa del Mondo per club realizzando la rete del 3-0 nella finale contro il Mazembe.
Dopo Biabiany, altri due giocatori vestiranno – rispettivamente per due mezze stagioni e una stagione e due pezzi- la maglia numero 88: parliamo di Marko Livaja, attaccante croato attualmente in forza all’Hajduk Spalato, e un altro giocatore con un passato nella Lazio come il Profeta Hernanes (che non molto bene fece in nerazzurro ma fu ceduto quasi al prezzo d’acquisto alla Juventus).
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