Era nell’aria la vittoria del 19esimo scudetto del Milan, capace di vincere a 11 anni di distanza il titolo di campione d’Italia nonostante una rosa sulla carta inferiore a quella dei nerazzurri.
Una vittoria meritata (ché sono meritate tutte le vittorie, alla fine della fiera, in barba alle inutili polemiche di cui parleremo di seguito) in un clima reso pesante da insinuazioni di vario tipo, tra recriminazioni per errori arbitrali e dietrologie su presunti possibili favori delle avversarie impegnate contro le due squadre che hanno dato vita a questo comunque avvincente campionato.
Andremo a vedere alcuni degli errori arbitrali, sebbene l’essere costantemente citati dai tifosi del Milan deformi la effettiva gravità degli stessi (ché ci si dimentica quando gli errori erano sistematici – si pensi ai tempi di Calciopoli – o ancora quando le decisioni giravano a proprio favore – si pensi ai 20 rigori della stagione precedente, senza i quali probabilmente i rossoneri non sarebbero andati in Champions).
E andremo poi a vedere come sono andate le ultime partite, quando si temeva che qualche avversaria si sarebbe potuta scansare (a partire dal Bologna del doppio ex Mihajlovic, che ha fatto tutt’altro).
A cinque giornate dal termine, in conferenza stampa, l’allenatore dei futuri campioni d’Italia Stefano Pioli dichiarava sibillino: “Se gli errori arbitrali si compensano? Nelle ultime 5 partite c’è bisogno che succeda qualcosa che non è successo fino ad oggi”.
Parole che testimoniavano il Milan – pensiero, quello di essere stata una squadra sfavorita dagli arbitri.
Per un completo recap di tutti gli errori (in tutte le competizioni – sarebbe stato quindi un vero e proprio disegno contro i rossoneri) vi rimandiamo a questo post di MilanPress (cui facciamo i complimenti per il titolo, sia ben chiaro).
Per lo scrivente, che ricorda i tempi di Calciopoli e che ha imparato da allora ad evitare di soffermarsi troppo sugli eventuali errori arbitrali (ché le squadre che poi meritano di vincere vincono comunque: come ha fatto il Milan quest’anno e come non ha fatto in passato l’Inter e come non ha fatto per esempio l’Italia contro la Corea del Sud nel 2002), le topiche veramente gravi di questo campionato sono principalmente due: il vantaggio non concesso al Milan nella gara in casa contro lo Spezia sull’1-1 e il rigore solare non concesso al Torino nella gara contro l’Inter sull’1-0 per i granata. Ci sarebbe – tra le sviste più chiare – anche il gol con presunto tocco di mano di Udogie, ma anche a rivedere le immagini la dinamica è evidentemente confusa e la gravità dell’errore è quindi eventualmente minore.
Se dovessimo poi andare ad analizzare tutto col microscopio, ci sono altri errori – ma a quel punto potremmo anche citare il volendo dubbio rigore a favore della Juventus dell’andata del derby d’Italia, il possibile rigore per i bianconeri al ritorno, l’intervento di Giroud su Sanchez nell’avvio dell’azione che porterà al pareggio nel derby dominato dall’Inter…
Lamentarsi (nel calcio come nella vita) è tra le azioni che ci risultano più semplici (non a caso da neonati, quando non siamo dotati del dono della parola, piangiamo) e quello degli errori arbitrali è un discorso che lascia il tempo che trova nell’analisi del campionato.
Andando quindi a vedere il discorso degli avversari che avrebbero potuto risparmiarsi contro le due milanesi impegnate nella corsa allo scudetto, prendiamo in considerazione le ultime sei gare disputate.
Il Milan ha ottenuto sei vittorie consecutive, mentre l’Inter ha pagato caramente la sconfitta di Bologna giunta anche a causa di una sciagurata topica di Ionut Radu, novello Gresko
Andando a vedere queste sei vittorie consecutive, che hanno consentito ai rossoneri di portare a casa questo titolo, possiamo notare che – al netto delle buone prestazioni del Milan – le prestazioni delle avversarie sono state in alcuni casi tutt’altro che impeccabili.
Onore ai rossoneri che hanno affrontato sei gare complicate come quelle contro Genoa (in quel momento in piena lotta per la salvezza), Lazio, Fiorentina, Hellas Verona, Atalanta e Sassuolo.
Tra le gare, prenderei come esempio quelle di Lazio, Fiorentina e Sassuolo.
Nel primo caso, il Milan ribalta la gara al 92′ approfittando di una sponda dell’ex rossonero Acerbi, che dopo l’errore se la ride bellamente.
Contro la Fiorentina, in una gara dominata dai rossoneri ad eccezione di una grande occasione per Cabral con parata del sempre decisivo Maignan, è Terracciano a fornire a Leao l’assit per il gol decisivo, con un rinvio sciagurato al pari dell’errore di Radu.
Contro il Sassuolo, all’ultima, il Milan ipoteca la vittoria nel primo tempo, approfittando dei marchiani errori dei giocatori neroverdi, quantomeno superficiali nell’approccio alla gara (con il telecronista di DAZN che, dopo il 2-0 per i rossoneri, ha commentato: “Ancora una volta il Sassuolo si è fatto gol praticamente da solo”).
C’è chi – tra i fini analisti che sul web spopolano (quegli stessi pronti ad analizzare ogni errore abitrale) – pensa ad una mancanza di impegno da parte delle avversarie.
Illazioni antipatiche, nevvero?
Per questo ne scriviamo, per non dimenticare ogni singolo aspetto che tende ad evidenziare la sgradevolezza delle illazioni.
E ribadiamo che il Milan ha vinto lo scudetto 2021/22 con assoluto merito e tutti i succitati episodi hanno avuto una influenza relativa.
Dal canto suo, l’Inter ha da recriminare.
E non per gli errori arbitrali o per eventuali avversarie del Milan scansatesi.
Ma per i tanti punti persi tra gennaio e febbraio (7 punti in 7 gare gridano vendetta) e per il derby dominato e regalato al Milan con un paio di minuti di blackout assoluto.
Una sconfitta che ha portato i rossoneri in una posizione di vantaggio anche in virtù degli scontri diretti (ma per fortuna le due squadre non sono arrivate a pari punti ché quella si sarebbe stata una beffa).
E se è l’Inter la squadra che ha perso lo scudetto, non significa che la stagione dell’Inter è da buttare.
Innanzitutto perché sono pur sempre arrivate due coppe (la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia, entrambe ai danni della Juventus che male non fa).
E perché poi i nerazzurri non erano considerati i favoriti per la vittoria finale del campionato, in barba alle parole del sempre simpatico Theo Hernandez a Sky dopo la vittoria del tricolore (“Ci abbiamo sempre creduto, la gente parlava e diceva che l’Inter era favorita. Ora voglio vedere cosa dicono…”).
Non erano considerata favorita, dicevamo, ma l’Inter rimaneva comunque tra le rose più forti del campionato: partiti Hakimi, Lukaku ed Eriksen, la società li ha rimpiazzati abilmente con Dumfries (che non ha fatto peggio del marocchino), Dzeko (e qui forse s’è perso qualcosa, più che altro per il gap anagrafico tra i due) e Calhanoglu (autore di un’ottima stagione, tuto sommato).
Considerando l’approdo agli ottavi di finale di Champions per la prima volta in un decennio (con storica vittoria a Liverpool) e le due coppe, do alla prima stagione di Simone Inzaghi alla guida dell’Inter un 6,5 – forse anche un 7 ché con lo scudetto avremmo raggiunto e superato l’8, con ogni probabilità.
Ad ogni modo, al netto di tuto, sarà fondamentale apprendere dai diversi errori (specialmente nella gestione dei match) per provare a strappare lo scudetto ai cugini rossoneri e magari fare ancora meglio in Europa.
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