Giunto con i crismi della grande promessa, José Rodolfo Pires Ribeiro verrà ricordato (per la sua parentesi nerazzurra e per la sua esperienza nel calcio italiano) come una meteora.
Ma chi è José Rodolfo Pires Ribeiro?
Se questo nome vi dice poco, molto probabilmente lo ricorderete con il suo nome d’arte – Dodô.
Sì, proprio come l’uccello dell’albero azzurro.
Terzino sinistro brasiliano (nazione che di terzini sinistri se ne intende) Dodô viene portato in Italia dalla Roma per la cifra di un milione di euro, corrisposto al Corinthians come premio di formazione.
Acquistato quindi dall’Inter nel luglio del 2016 per quasi otto milioni di euro, Dodô è rimasto in nerazzurro per due stagioni: una prima stagione con 28 gare (e due reti in Europa League) ed una seconda stagione mezza stagione con una sola gara in Coppa Italia, poi la cessione alla Sampdoria, due anni in Liguria, ed il ritorno in patria.
Una annata con il Santos (per lui ben 51 gare in una stagione, nel 2018: numeri praticamente da record), una con il Cruzeiro e infine l’Atletico Mineiro, compagine dove si trova tutt’oggi (e con la cui casacca ha realizzato una splendida rete contro il Gremio).
Da Dodô ci si sarebbe aspettati parecchio di più ma anche il gol testimonia come verrà ricordato come un calciatore capace di regalare sprazzi di grande talento (c’è da dire che il brasiliano è stato spesso condizionato da molteplici problemi fisici, ad onore del vero).
Dell’esperienza nerazzurra ricorderemo – oltre alle reti in Europa League – il Trofeo Berluscini alzato al cielo da capitano nell’ottobre del 2015.
Una chicca che probabilmente avrete scordato.