7 luglio. 7/7.
Come capitato in occasione di altri giorni in cui il numero del giorno e del mese coincidono, anche oggi offriamo una retrospettiva sul nmero di maglia corrispondente.
E così parliamo della maglia numero 7 nella storia dell’Inter.
Normalmente indossata da giocatori di fascia, anche nella storia nerazzurra dall’avvento dei numeri fissi (ricordiamo ancora una volta: correva la stagione 1995/96) è stata spesso indossata da giocatori di fascia, ma non solo.
Andiamo a vedere assieme chi ha indossato questo numero, tra meteore, promesse e campioni assoluti (uno solo – in realtà – ma lo vedremo fra poco).
Il primo in assoluto ad aver indossato la maglia numero 7 dell’Inter è stato una promessa (poi non mantenuta a pieno) come Pierluigi Orlandini, cresciuto nell’Atalanta, fu acquistato dall’Inter nell’estate del 1994 per 4,5 miliardi di lire: per lui (che approdava da campione europeo Under 21, autore della rete decisiva in finale contro il Portogallo di Luis Figo) 30 gare e 4 reti prima del trasferimento all’Hellas Verona.
La maglia numero 7 passa quindi dapprima sulle spalle di Salvatore Fresi – anche lui ex promessa del calcio italiano, nato libero ma divenuto centrocampista ché il libero già non esisteva più – per poi passare su una delle più grandi sorperse dei calciomercati nerazzurri: parliamo di Francesco Moriero.
Arrivato all’Inter nell’ambito di uno scambio con il Milan con André Cruz, che aveva firmato un pre-contratto coi nerazzurri ma poi andò ai rossoneri: pagato la cifra simbolica di un milone di lire, dapprima vestirà la maglia numero 17 per poi vestire la 7 (prima di lasciare Milano alla volta di Napoli).
Per Moriero 12 gol in 88 gare ma soprattutto una prima stagione (1997/98) davvero fenomenale: grazie anche a Gigi Simoni sarà il padrone assoluto della fascia destra, realizzando marcature bellissime (una ve la proponiamo di seguito) e diventando anche un simbolo di quell’annata con la sua esultanza a mo’ di sciuscià. Staccherà il biglietto per i mondiali e sarà con ogni probabilità l’apice della sua carriera.
Dopo Moriero, quattro meteore e un esterno di centrocampo che in Italia ha fatto bene ma non troppo in nerazzurro (e che ora si disimpegna con buoni risultati come allenatore in Portogallo).
La 7 sarà sulle spalle di Robbie Keane e Antonio Pacheco (entrambi attaccanti, entrambi – soprattutto il secondo – poco impegnati: meriterebbero un post ad hoc) per mezza stagione a testa, nella fallimentare 2000/01; quindi sulle spalle del succitato Sergio Conceiçao, prima di essere vestita da Andy Van Der Meyde, genio e sregolatezza giunto dall’Ajax con grandi aspettative ma poi provato da una vita di eccessi.
Dopo questi quattro personaggi, arriverà un’icona della storia del calcio (seppur a fine carriera) a portare la 7 sulle spalle. Parliamo di un 7 per eccellenza. Parliamo di Luis Figo.
Per lui 4 stagioni in nerazzurro (l’ultima sarà la 2008/09). 11 reti in 140 gare.
Per tutti noi l’onore di aver visto un giocatore di quel livello vestire la nostra casacca.
Dopo Figo, un altro – ben più deludente – portoghese, voluto con forza da José Mourinho.
Parliamo di Ricardo Quaresma, noto per la trivela: proprio con una trivela realizzerà la sua unica rete in 32 gare coi nerazzurri – contro il Catania, grazie ad una deviazione di Peppe Mascara.
Dopo Quaresma, quattro punte, due esterni, un fantasista e un centrocampista.
Andremo più rapidamente ché la 7 ha avuto davvero tanti padroni.
Dal 2010 (per metà stagione della 10/11) al 2012 ha indossato la 7 l’attaccante Giampaolo Pazzini, 19 reti in 60 gare dopo un inizio col botto prima del trasferimento al Milan (scambio con Antonio Cassano).
Poi – nella stagione 2012/13 – saranno due i giocatori a vestire la 7, metà stagione a testa: parliamo dell’allora astro nascente (meteorico in nerazzurro) Philippe Coutinho e di Ezequiel Schelotto.
Al secondo abbiamo dedicato in post, così come al seguente posessore della 7 – Ishak Belfodil: potete cliccare sui link corrispettivi per leggere le loro storie.
Ma andiamo avanti, ché ancora ci mancano cinque numeri 7.
Metà stagione 2014/15 avrà la 7 sulle spalle Daniel Osvaldo, 7 reti in 19 gare in nerazzurro ed un epico scazzo con Mauro Icardi.
Due stagioni con la 7 sulle spalle (dal 2015 al 2017) per Geoffrey Kondogbia, arrivato per la cifra monstre di 31 milioni più euro bonus ma protagonista di due stagioni tutt’altro che esaltanti (per lui 2 reti in 56 gare e soprattutto prestazioni ben lontane da quelle che ci si sarebbe potuti aspettare da lui, oggi all’Atletico Madrid).
Poi sarà il turno di uno dei tanti esterni destri (un tempo la fascia “problematica” era la sinistra) che si sono alternati negli ultimi anni, spezzando gni singola volta il cuore dei tifosi dell’Inter: João Cancelo, giunto proprio al posto di Kondogbia in uno scambio di prestiti, fece un’ottima stagione ma non fu riscattato e così la 7 fu ereditata (per una sola partia, poi il prestito al Bordeaux, al Parma e la cessione a titolo definitivo ai ducali) dalla promessa (sin qui tutt’altro che mantenuta) francese Yann Karamoh.
Ultimo ad indossare la 7 (in attesa di scoprire chi erediterà questa pesante maglia, spesso sulle spalle di giocatori che non l’avrebbero meritata) Alexis Sanchez, leone in gabbia capace di realizzare 20 reti in 109 gare in 3 stagioni e soprattutto di regalarci la Supercoppa Italiana contro la Juventus all’ultimo minuto dei tempi regolamentari. Anche solo per questo lo dovremo a lungo ringraziare.