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Casadei per trattenere Skriniar sì, Casadei come Zaniolo no – della difficoltà dell’Inter di far nozze coi fichi secchi

Premessa doverosa: dispiace – e molto – dover affrontare sessioni di calciomercato senza una piena disponibilità economica e anzi avere sempre la spada di Damocle delle plusvalenze da effettuare.

Poco importa che siano da fare entro il giugno precedente o seguente: fare un calciomercato in queste condizioni è davvero difficile ed in tal senso non possiamo che fare i complimenti a Marotta, Ausilio e Baccin che resistono e provano a fare del loro meglio.

(E le campagne acquisti degli ultimi due anni di ristrettezze sono comunque migliori di quelle in cui si portavano a casa i Belfodil, i Taider e i Campagnaro)

Quest’anno (entro fine giugno 2023, si legge qui e lì) pare sia necessario fare 60 milioni di attivo e in tal senso la dirigenza è stata abile a non cedere nessun big, riprotando viceversa a casa un certo Lukaku.

Ha ceduto Andrea Pinamonti (mantenendo frattanto la possibilità di riportare a casa l’attaccante, in caso di exploit) ed è ad un passo dal cedere l’ex talento principe della primavera Cesare Casadei. Al Chelsea, per 15 milioni più 5 di bonus: una cifra importantissima per un giocatore che non ha mai giocato tra i professionisti e che è valutato al momento 1 milione di euro (si veda Transfermarkt).

Ora, è indubbio che avremmo voluto / avrei voluto vedere Casadei tra i grandi, ché ha dimostrato in Primavera capacità sopra la media, ma la situazione finanziaria della Beneamata è quella che è e Casadei potrebbe avere un ottimo futuro come potrebbe essere semplicemente un Samuele Dalla Bona (per lui e per l’Italia intera ci auguriamo di no).

Inoltre, vendere Casadei per trattenere Skriniar (speriamo venga trattenuto – viceversa la valutazione della cessione di Casadei cambierebbe radicalmente) ha un senso evidente: in questa fase di mercato sarebbe difficile trovare un calciatore capace di sostituire lo slovacco e per di più abbiamo già necessità di un ulteriore ricambio in difesa dopo l’addio di Ranocchia – sarebbe un guaio trovarci d’un tratto con soli due centrali di rulo.

D’altra parte, vendere Casadei quando siamo stati solerti ad acquistare a zero il quasi trentaquattrenne Mkhitaryan può far storcere il naso: ho sempre apprezzato il calciatore armeno, ancor più durante l’esperienza capitolina, ma rimane il fatto che l’età avanza e che ce lo troviamo già fermo ai box (non potevamo saperlo, è vero, ma è altrettanto vero che con l’avanzare dell’età le problematche finische inevitabilmente aumentano) e che sin qui è parso un corpo estraneo alla squadra – ma si tratta di una fase in cui è difficile valutare la squadra, data la preparazione estiva e i carichi di lavoro e tutto.

Si sarebbe potuto risparmiare sul suo ingaggio, per fare economia, ma bisogna comunque dire che sebbene prenda 3,8 milioni netti col decreto crescita lo stipendio dell’armeno (che tre anni fa era a Manchester, sponda Uniited) pesa a bilancio poco meno di 5 milioni: una cifra complessivamente 10 milioni inferiore a quanto potremmo ottenere dalla cessione di Casadei.

Bisogna inoltre essere disonesti intellettualmente per dire che Casadei sarebbe stato pronto per la prima squadra (semplicemente non lo sappiamo) ed è frattanto disonesto paragonare la cessione di Casadei a quella di Zaniolo, che ha fruttato ben meno e che soprattutto è giunta per soddisfare un capriccio di Spalletti: d’altra parte, parliamo solo oggi di capriccio giacché quello di Nainggolan a suo tempo veniva considerato un gran colpo (per di più abbassando la valutazione del cartellino regalando il succitato giovane e dando il complessivamente fallimentare Santon).

Rimane il fatto che dispiace la Beneamata sia costretta a fare mercati creativi perdendo potenziali futuri top player e, date le ristrettezze economiche, sarebbe un’idea provare a lanciare qualche giocatore dalla Primavera, pur consci del fatto che potrebbero non adattarsi sin da subito tra i “grandi”.

Rimane certo che sarebbe cuna buona mossa – non me ne vogliano i fan ad oltranza della famiglia Zhang, che non possiamo che ringraziare per averci riportato a vincere – pensare di cedere la società: non si può pensare ogni anno di far nozze con i fichi secchi.

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