Tanti centrocampisti italiani, fino al nostro Nicolò Barella.
Un attaccante idolo della curva poi destinato a diventare simbolo di tradimento e di milanismo.
Difensori che hanno scritto la storia dell’Inter.
Sono principalmente questi i profili dei calciatori che hanno indossato la maglia numero 23 dell’Inter, ma non solo: andiamo a vedere assieme tutti i giocatori che hanno vissuto con la dorsale 23 la loro esperienza nella Beneamata.
Lo facciamo oggi, nel giorno del compleanno di Marco Materazzi (il 49esimo) – giocatore che la 23 sulle spalle la tenne per quasi un decennio.
Come citato in ogni post dedicato alla storia dei numeri di maglia in nerazzurro, la stagione da cui si iniziano a vestire numeri che superano la 11 (fatta eccezione per i numeri di maglia dei panchinari) è la 1995/96.
E nella stagione 1995/96 il primo a vestire la casacca numero 23 è un attaccante.
Nato a Tolmezzo, in Friuli, nel 1968 – è un attaccante di categoriache arriva all’Inter all’inizio della stagione 1995/96: è uno dei primi colpi di mercato di Massimo Moratti, subentrato ad Ernesto Pellegrini come presidente a metà della stagione precedente.
Lui proviene dall’Atalanta, con il cui nerazzurro in serie B ha realizzato 14 reti in 20 gare.
In precedenza aveva ben fatto inserie A, e molto bene sempre tra i cadetti con la casacca del Brescia.
E’ Maurizio Ganz, attaccante brevilineo (174 per 70 kg) che anche col nerazzurro dell’Inter fa bene.
I tifosi lo soprannominano el segna semper lu per la vena realizzativa e in effetti in due stagioni e mezzo con la maglia dell’Inter realizza 39 reti in 98 gare in tutte le competizioni (con un exploit importante in Coppa Uefa nella stagione 1996/97 quando la squadra allora allenata da Hodgson perderà in finale ai rigori contro lo Schalke 04).
Finito un po’ nel dimenticato anche per l’arrivo di un certo Ronaldo, cambierà di sponda dei Navigli nel dicembre del 1997: ceduto per 1,5 miliardi di lire più la seconda metà del cartellino di Moriero, realizzerà una rete nel 5-0 di Coppa Italia e diventerà sin da subito un acerrimo rivale.
Dopo Maurizio Ganz, ad indossare la casacca numero 23 sono stati tre centrocampisti centrali italiani ed un difensore croato: per tre di loro, un destino simile a quello di Ganz, con un passaggio ad una rivale.
Ma andiamo con ordine: dopo Ganz, la 23 va sulle spalle di Cristiano Zanetti.
Centrocampista centrale giunto dalla Reggiana come promessa per il futuro assieme a Pirlo (dal Brescia) e Ventola (dal Bari) nel 1998, indosserà la maglia 23 ad inizio avventura – prima del passaggio attraverso Roma: al suo ritorno a Milano indosserà la maglia numero 6.
Per lui – soprannominato Martello per la sua capacità di recuperare palloni – 146 gare e 3 reti in cinque stagioni e scampoli di ’98.
Finita l’esperienza in nerazzurro, passerà a parametro zero alla Juventus. In serie B.
Acquisto di gennaio, il difensore croato Dario Simic indosserà la casacca numero 23 per la prima mezza stagione in nerazzurro: in seguito avrà la 13 e dopo 91 gare (con 4 gol) in nerazzurro passerà – in cambio dell’assoluta meteora Umit Davala – sull’altra sponda dei Navigli, indossando la casacca del Milan.
Proprio come Ganz, e come Cristian Brocchi: una stagione (2000/01) per lui in nerazzurro e una lunga carriera da comprimario in rossonero, dove tornerà dopo essere cresciuto proprio nelle sue giovanili (sebbene racconterà a suo tempo di essere stato tifoso dell’Inter).
Niente tradimenti per Luigi Di Biagio: prima mezza stagione con la 23, per poi indossare la 14 per tre stagioni (per lui in totale 163 gare e 18 reti in nerazzurro).
Dopo questo lungo peregrinare, la 23 (che è storicamente associata a Micheal Jordan, e per questa viene scelta dal prossimo di cui andremo a parlare) atterra sulle spalle di Marco Materazzi.
L’arcigno difensore (ner)azzurro giocherà dieci stagioni con l’Inter e vincerà tutto il vincibile (anche in azzzurro – è anche e soprattutto grazie a lui che nel 2006 diventiamo campioni del mondo) realizzando 20 reti in 276 gare.
Andando a vedere il palmares con l’Inter, per lui cinque scudetti, quattro coppe Italia, quattro supercoppe italiane, una Champions e una coppa del mondo per club.
Dopo Materazzi, la 23 passò sulle spalle di colui il quale fu considerato il suo erede designato (salvo avere una carriera mediamente sfortunata, ben nota a tutti noi): Andrea Ranocchia.
Dopo Ranocchia, due brasiliani (Eder e Miranda) prima di arrivare su colui il quale speriamo possa ripercorrere la carriera di Materazzi, con successi in (ner)azzurro copiosi, il nostro Nicolò Barella.
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