Morto a 64 anni da Presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti è stato una grande bandiera del club nerazzurro.
76 reti in 639 gare in tutte le competizioni (un sacco di reti, per uno dei primi terzini fluidificanti nella storia del calcio) con quattro campionati, una coppa Italia, due coppe dei Campioni e due coppe Intercontinentali all’attivo, Facchetti ha scritto la storia dell’Inter.
Non tutti sanno che anche i figli sono legati in qualche modo all’Inter / al calcio.
La primogenita Barbara è stata capo delegazione della nazionale femminile italiana al Mondiale 2019, non molto si sa della seconda Vera, mentre dei due eredi maschi si sa del forte legame con l’Inter: Gianfelice, attore, scrittore e regista, è un grande tifoso del club nerazzurro e della sua passione ha parlato e scritto in abbondanza, Luca – il figlio minore – è stato allenatore delle giovanili nerazzurre, vice nella Primavera ai tempi di Stefano Vecchi (accanto a Stefano Vecchi ha seduto anche sulla panchina della prima squadra, durante uno dei periodi di traghettamento dei “grandi”).
Ma che fa oggi Luca Facchetti?
Classe ’78, ha girato l’Italia da calciatore, vivendo il suo momento più alto alla fine degli anni ’90 a Catania, vestendo la maglia della seconda squadra della città (l’Atletico Catania) ai tempi in serie C.
Attaccante centrale forte fisicamente (era forte fisicamente anche il padre, d’altra parte) ha appeso le scarpette al chiodo al termine della stagione 2009/10, quando vestiva la casacca del Como.
E dopo aver fatto parte dello staff di allenatori delle giovanili dell’Inter, Luca Facchetti si è dato ad una “nuova” passione: il padel.
Moda ormai in tutto il Paese, Facchetti è stato un precursore del padel, come raccontato in un’intervista dello scorso giugno:
“Dodici anni fa a Bergamo, c’era un signore che possedeva palestre e un campo dal padel. Siccome era interista sfegatato, mi invitava a giocare. All’epoca avevo ripreso a giocare a tennis, a padel eravamo in pochissimi. Poi un incidente: dopo aver ribalzato sul vetro, la palla mi ha colpito l’occhio. Cornea e retina lesionate. Avevo paura che peggiorasse, mi sono detto di lasciare perdere e di continuare a giocare a tennis”.
Nel 2021, la svolta:
“Un mio amico ha aperto campi a Gessate, vicino a Milano. Facevo il papà a tempo pieno, mi ha chiesto se potessi dargli una mano. Ho fatto il corso e ho preso il brevetto, ho iniziato un po’ per gioco e ora mi capita di trascorrere giornate intere a insegnare: di fatto è un lavoro a tempo pieno”.
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