Le parole dei protagonisti

Massimo Moratti e tanti gustosi retroscena: “Ronaldo non ha tradito, Vieri bastiancontrario, Ibra simpaticissimo”

Intervista fiume per l’ex Presidente Massimo Moratti.

Il Presidente più longevo della storia dell’Inter, ai taccuini del Corriere della Sera, ha parlato di tanti aspetti interessanti della storia nerazzurra, a partire da quella del period di Papà Angelo.

E, circa la storia nerazzurra, interessanti gli aneddoti legati ai suoi due giocatori preferiti, appartenenti a due epoche diverse: Angelillo e Ronaldo.

“Due storie parallele. Come Herrera e Mourinho. Angelillo era classe pura. Fece un campionato straordinario, da 33 gol. Poi si innamorò perdutamente di una cantante, e si perse. Lo vendemmo e con il ricavato comprammo Luisito Suarez: intelligentissimo. Ronaldo era venuto a trovarmi quando giocava nel Psv, con una fidanzatina olandese… Quando arrivò all’Inter era il calciatore più forte del mondo. Dopo gli infortuni non è più tornato a quel livello. Tradito quando è andato a Madrid? No. Mi ero immedesimato in lui, nel suo dolore. Trovavo giusto che volesse cambiare, dopo aver sofferto tanto”.

Il trasferimento di Ronaldo giunse al termine della stagione 2001/02, quella culminata con il 5 maggio.

E proprio di quel 5 maggio Moratti è tornato a parlare, raccontando di come fondamentalmente sia stato il prolog ai trionfi degli anni seguenti:

“I giocatori credettero di aver avuto segnali dai colleghi della Lazio: non si sarebbero impegnati, per non favorire la Roma. Tutte balle. Ne ero convinto già prima del fischio d’inizio, e li avvisai: “Nessuno ci regalerà nulla”. Eppure entrarono in campo con una sicurezza eccessiva. E non sono mai riusciti a prendere in mano la partita. Mi sentivo così responsabile che mi dissi: non lascerò il calcio finché non avrò la rivincita”.

Oltre che di Ronaldo, Moratti ha parlato di altri due dei grandi centravanti avuti a disposizione, a partire da Vieri: “Un bastiancontrario, sempre critico verso la dirigenza; ma non un cattivo ragazzo. All’Inter fece tutto quello che poteva fare; eppure non ha vinto nulla”.

E su Ibrahimovic: “Simpaticissimo. Avevo l’abitudine di consultare i giocatori più importanti per la campagna acquisti, e con Zlatan avevamo un rito. Lui mi diceva: “Di Cambiasso l’anno prossimo potremmo anche fare a meno…”. Io ridevo. Poi andavo da Cambiasso, che mi diceva: “Di Ibra l’anno prossimo potremmo anche fare a meno…”.

Qualche parola quindi sulla scelta di José Mourinho:

“Ascoltando una sua intervista tv, tra una semifinale e l’altra della Champions 2004. Il suo Porto aveva pareggiato con il Deportivo La Coruna, il ritorno si annunciava molto difficile. E lui disse: “Ma quale Deportivo, io penso già alla finale”. La sua spavalderia mi piacque moltissimo“.

E, infine, tra i tanti spunti interessanti – da sottolineare le sue parole sull’idea di abbattere San Siro per un nuovo stadio:

“Non mi convince. Buttare giù San Siro sarebbe un delitto. Dice: così i club guadagnano 30 milioni l’anno. Ma cosa sono 30 milioni, rispetto alla storia? Vedrete che alla fine nessuno oserà demolire il nostro tempio”.

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