Dopo un inizio di stagione che ha visto Samir Handanovic partire titolare, André Onana – giunto a parametro zero dall’Ajax – s’è preso la porta nerazzurra, con risultati sin qui discreti: nove reti subite in sette gare di serie A, sette in sei di Champions League (in totale cinque clean sheet in entrambe le competizioni) e adesso al possibilità di difendere la porta del Camerun nel mondiale del Qatar.
Intervistato per il canale YouTube di Rinat, azienda produttrice di guanti da portiere che adesso è divenuta fornitrce del camerunense, ha parlato dell’emozione di partecipare ad un torneo iridato, ma nn solo: “Sono davvero elettrizzato, è il mio sogno da quando ero bambino. Ho lavorato una vita intera per poter giocare i Mondiali. Non andremo lì per fare shopping: se ci sarà da colpire, colpiremo; ma se sarà tempo di difendere, difenderemo”.
Quindi, sulla sua carriera fatta sin qui (nonostante abbia “solo” 26 anni):
“Specialmente in Italia ti considerano un bambino anche se hai 26 anni. Ma sono felice di avere avuto questa esperienza e di avere avuto la fortuna di debuttare abbastanza presto. A 19 anni ero titolare nell’Ajax, la verità è che ho vissuto anni meravigliosi, dove abbiamo fatto la storia. Sono felice di quello che abbiamo fatto ma ora bisogna guardare avanti. La vita di un portiere è molto lunga e abbiamo tanta strada da fare“.
Sull’approdoto all’Inter, sul rapporto con il compagno di reparto e capitano Samir Handanovic e su Milano:
“Sono molto contento di essere qui. Samir è un grande portiere, a 38 anni sta facendo ottime cose; è il modo per poter giocare per tanti anni. Milano è una città top, ma non credo di dover essere io a dirlo visto che la conoscono tutti. Mi sono ambientato bene, perché ho vissuto in Spagna, a Barcellona, e ora a Milano. Sono molto simili, mi sento a casa qui”.
Oltre ad avere parlato delle proprie esperienze tra Barcellona e Paesi Bassi (con il cambio climatico annesso nel passaggio tra le due realtà), Onana ha quindi raccontato la ragione per cui è divenuto un portiere (“Ho sempre avuto le idee chiare, perché mio fratello maggiore è stato portiere. Era il mio idolo, volevo seguire i suoi passi”) per poi parlare dei suoi estremi difensori di riferimento:
“Quando ero piccolo mi rifacevo a Iker Casillas e Victor Valdes, però c’è da dire che il ruolo di portiere è cambiato molto negli ultimi 20 anni. Oggi per me il portiere è qualcuno che deve dominare tutto, e ci sono pochi portieri al mondo a farlo. Ma c’è stato un giocatore che mi ha fatto cambiare il modo di giocare, ed è Manuel Neuer. Quando l’ho visto giocare ho detto subito che volevo diventare come lui e tutto è cambiato“.
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