Rubriche

Che fine ha fatto Matias Almeyda, grintoso trattorino dalle poche reti in carriera?

C’era un tempo in cui Parma e Lazio erano fra le sette sorelle del campionato e capitava sovente che i proprietari delle due compagini (Tanzi e Cragnotti, poi accomunati da problemi legali) si trasferissero fra loro i giocatori.

Capitava poi che questi venissero acquistati dall’Inter, come Juan Sebastian Veron (che prima però passòper Manchester e Londra) o come l’ex calciatore di cui andremo a parlare quest’oggi.

Sempre argentino, come Veron, sempre centrocampista – ma di ben altra caratura: parliamo di Matias Almeyda, anche noto come il trattorino (facile capire il perché).

Classe ’73, inizia la sua carriera nel River Plate, dove gioca cinque stagioni e sgoccioli (con le prime due stagioni da giovanissimo aggregato alla prima squadra) prima dello sbarco in Europa: verrà acquistato dal Siviglia, dove giocherà una sola stagione.

Per lui Lazio (con lo storico scudetto del Giubileo), Parma e poi l’approdo a Milano: verrà acquistato per 22 milioni di euro e pur di giocare con la casacca dell’Inter (indossata da tanti argentini) si ridurrà l’ingaggio.

Rimarrà a Milano due stagioni: giocherà 47 gare, ritagliando spazio soprattutto in Europa. Ed è in Europa, in Champions League contro il Newcastle, che realizza la sua unica marcatura con la maglia della Beneamata (e che marcatura: un gran tiro da fuori terminato sotto l’incrocio).

In realtà i gol non sono il suo forte: nella sua lunga carriera da professionista realizzerà solo 8 reti in 402 gare.

Il suo forte, viceversa, è la garra e non si può in tal senso dimenticare il rosso ottenuto contro la Lazio dopo un diverbio contro Corradi: non contento di aver ottenuto il secondo giallo, strapperà all’arbitro Trefoloni il rosso dalle sue mani.

Dopo l’Inter (con un’esperienza da zero tituli in anni in cui gli zero tituli erano un’abitudine in casa nerazzurra) il passaggio da svincolato al Brescia: mezza stagione con la maglia delle Rondinelle (con confronto acceso con i tifosi della compagine lombarda) e il ritorno in patria.

Un ritorno in patria travagliato: è il 2005 e prima di accordarsi con il Quilmes (dove potrà giocare la Copa Libertadores, assieme all’altro ex nerazzurro Nelson Vivas) fa saltare un accordo con il West Bromwich, annuncia per la prima volta il proprio ritiro e declina un contratto con l’Universidad de Chile.

Dopo 15 gare con la squadra più antica dell’Argentina siglia un accorda con il suo River Plate, prima di annunciare il nuovo ritiro

Tra il febbraio e il maggio 2006 è quindi vice di Diego Simeone alla guida del Racing Club, ma nel 2007 decide di tornare a giocare e lo fa nel campionato che meno ci si aspetterebbe: quello norvegese.

Per lui due fare con la maglia del Lyn Oslo, il ritorno nel 2009 in Argentina (in quarta serie, gioca quattro gare con il Fenix) prima dell’ultima drammatica esperienza con la casacca del River Plate: nel 2011 arriva quindi il ritiro definitivo, con la retrocessione in B dei Millionarios.

Matias Almeyda dopo il ritiro: cosa fa oggi?

Retrocesso, decide subito di sedere sulla panchina del River Plate e porta i suoi novamente in Primera Division.

Al secondo anno viene esonerato e viene così ingaggiato da un’altra nobile decaduta: il Banfield, in Primera B Nacional (la serie B argentina) . Dopo una stagione e mezza riporta il Banfield nella massima serie e dopo una stagione e mezzo lascia pure il club della cittadina a 14 km da Buenos Aires.

Dal 2015 ad oggi tre stagioni in Messico (alla guida del Guadalajara), tre e rotti negli Stati Uniti (alla guida dei San Jose Earthquakes) e si arriva ad oggi.

Il trattorino è alla sua prima esperienza in Europa e sta guidando in Grecia l’AEK Atene, al momento al secondo posto in campionato.

Chicca finale: se Lele Adani è un gran fan del calcio argentino ed è tifoso dei Millonarios (i “milionari”, come vengono chiamati i supporter e i giocatori del River Plate) il merito è proprio di Almeyda, suo compagno in nerazzurro.

In un’intervista rilasciata ad ESPN l’attuale commentatore RAI ha raccontato: “Questa passione nasce per un fratello che mi ha dato la vita che è Matias Almeyda che ha giocato con me nell’Inter. Dopo sono stato con lui nella sua casa in Argentina in un periodo molto difficile per lui che è stato anche l’ultimo capitolo nel River Plate”.

admin

Recent Posts

Vieira, doppio ex di PSG e Inter: le sue parole su chi vorrebbe vincesse la Champions fanno piacere ai nerazzurri

Vieira tra finale di campionato (dove potrebbe fare un regalo all'Inter) e finale di Champions…

1 settimana ago

Simone Inzaghi, mossa a sorpresa per fermare Yamal? La risposta fa scoppiare a ridere i giornalisti (e Bastoni)

Una battuta di Simone Inzaghi fa scoppiare a ridere tutta la sala stampa: c'entra la…

2 settimane ago

Massimo Moratti, il Triplete tra Fight Club e filosofia: “Raggiungere l’impossibile ti toglie un po’ di felicità”

Per Massimo Moratti, il Triplete come il Fight Club. E sapete quali sono le prime…

2 settimane ago

Perché Mehdi Taremi sta rendendo al di sotto le aspettative (e perché tutto sommato c’era da aspettarselo): tutta colpa del campionato portoghese

Le ragioni per cui Taremi sta facendo una stagione al di sotto delle (probabilmente troppo…

3 settimane ago

Grande Inter, quali giocatori del ciclo con Helenio Herrera alla guida sono ancora vivi?

Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair; Mazzola, Milani (Peiró, Domenghini), Suárez, Corso. Chi di…

3 settimane ago

“Baggio meglio di Ronaldo”: l’ex che ha giocato con entrambi non ha dubbi (pur ritenendo il brasiliano “un Fenomeno”)

Un calciatore che ha vestito la maglia dell'Inter per diverse stagioni nella seconda metà degli…

4 settimane ago