Il Divino. Così lo chiamarono gli Autogol, per primi, così decise di chiamarlo in seguito il web intero.
Un appellativo connotato da una certa dose di ironia che forse gli avrà reso la vita più difficile (ché ovunque è andato ha portato con sé un carico di risatine e sfottò) ma che lo ha reso riconoscibile, se non immortale.
Il Divino in questione è Jonathan Cícero Moreira, meglio conosciuto come Jonathan, difensore di fascia brasiliano, giunto all’Inter nel 2011 dal Santos come nuovo Maicon ma che a differenza del connazionale non riuscirà ad entrare nella storia del club.
In tre stagioni e spiccioli (con un intermezzo a Parma) gioca 66 gare in tutte le competizioni e realizza 5 reti ma solo nella stagione 2013/14 è titolare, nelle altre fa da comprimario (ritagliandosi un importante spazio in Europa League nella stagione 2012/13).
Nella stagione 2013/14, frattanto, Jonny (chiamandolo alla Scarpini) è artefice di una stagione discreta ed una delle reti realizzate, contro la Fiorentina, fanno davvero ricordare il miglior Maicon.
Ma a fine esperienza (complici anche le contingenze temprali) il paragone è ingeneroso: Maicon (che conta 248 presenze complessive in nerazzurro) vince tutto, Jonathan niente.
D’altra parte Maicon è il colosso, Jonny un terzino da 170 centimetri per 72 kg.
Dopo la discreta stagione 2013/14, Jonathan non si conferma la seguente (deve anche operarsi nel febbraio 2015) e a fine contratto lascia l’Italia, con la sua aura divina leggendaria.
Torna in Brasile e gioca dapprima con il Fluminense e poi con l’Atletico Paranaense: con entrambe le società conquista qualcosa qua e là (niente rispetto alla Libertadores del 2011 col Santos, con la quale si presenta a Milano) e si ritira al termine della stagione 2020.
Nell’aprile di quest’anno che volge al termine (2022) ha parlato a ESPN Brasile del suo passato, dichiarando che forse avrebbe fatto meglio ad andare in un’altra squadra (spezzando così i nostri cuori):
“Avevo la possibilità di andare alla Fiorentina e anche al PSG, perché lì aveva preso il comando Leonardo. Ma alla fine ho scelto l’Inter, perché all’epoca erano i campioni della Champions League. Chi è che non vuole giocare coi campioni d’Europa? Dopo il mio arrivo, la squadra aveva già vinto tutto. Inoltre la squadra aveva un’età media molto alta. I giocatori appena acquistato avevano poco spazio, e quando la squadra perdeva era sempre colpa dei nuovi arrivati. Ripensandoci, credo che sarei andato alla Fiorentina, perché lì avrei avuto più spazio per giocare, oppure al PSG. Ma non dico che me ne pento. Il Santos non voleva lasciarmi partire, all’Inter sono stato accolto molto bene, ma ammetto anche di essere un po’ fuori forma».
Poi però ha leggermente ricalbirato (facendo anche un po’ di sana autocritica):
“Ho realizzato il sogno di giocare in una grande squadra, ho gareggiato in Champions League e ho ricevuto un buon stipendio. Ho fatto una tappa che è stata molto brutta. Chi aveva vinto qualcosa l’anno precedente aveva il posto assicurato. La nostra squadra aveva quasi tutti quelli che avevano vinto la Champions League. Wesley Sneijder era molto diverso. Diego Milito era un ottimo finalizzatore. Samuel Eto’o aveva una tecnica incredibile. Javier Zanetti era molto professionale, un ragazzo clamoroso. Dejan Stankovic metteva la palla dove voleva. Poi c’erano Lúcio, Maicon, Júlio César… E Thiago Motta, che non sbaglia un passaggio! Ho sbagliato negli atteggiamenti e nel modo di affrontare un grande club come l’Inter“.
Jonathan dopo il ritiro
Cosa fa Jonathan oggi, appese ahinoi le scarpe al chiodo?
Non potendo più dispensare atti divini in un campo da calcio Jonny vive la sua vita nel suo Brasile, ricordando momenti della sua carriera (soprattutto quelli con indosso la casacca – ahinoi ancora – rossonera dell’Atletico Paranaense) e mostrando sprazzi di vita quotidiana.
Da quello che si può intuire dal suo Instagram (dove è seguito da poco più di 50k follower, sebbene nessuno di loro ricordi la sua divinità) è che oggi si occupa di compravendita di macchine di lusso (e forse anche di telefoni, a giudicare dalla bio).
Fun fact: il 14 gennaio scorso ha celebrato il giorno dell’allenatore postando un collage con gli allenatori avuti in carriera. Tra di essi, imposibile non notare Walter Mazzarri, unico allenatore dell’esperienza italiana inserito nel collage.