Quando André Onana ha lasciato Milano alla volta di Manchester, si pensava che sarebbe stato difficile rimpiazzarlo. In pochi avrebbero creduto che – a pochi mesi di distanza – il suo ricordo sarebbe quasi del tutto scomparso.
Merito di Yann Sommer, portiere svizzero che sin qui ha subito soltanto 14 gol in 31 gare disputate: numeri da record, che surclassano quelli del portiere camerunese che ha difeso la porta dell’Inter la scorsa stagione (concluse la stagione con 36 reti subite in 41 gare).
Ma oltre alle grandi prestazioni, Sommer sta vivendo un momento di grazia a livello umano – trovandosi in una squadra che al momento sta vivendo un’alchimia pressoché perfetta.
Ed è stato lui stesso a raccontarsi ai microfoni del quotidiano svizzero Neue Zurcher Zeitung, parlando dell’ottimo momento ma anche del suo futuro.
Ma prima del futuro, un pensiero al presente e all’Italia, paese che lo ha accolto a braccia aperte: “Qui è tutto fantastico: il cibo, il clima, il paesaggio, la gente, la città di Milano, l’Inter. Abitiamo vicino al confine con la Svizzera e vicino al campo di allenamento dell’Inter, ci sentiamo a nostro agio sotto ogni aspetto”.
E Sommer si sente particolarmente a suo agio anche a difendere la porta nerazzurra a San Siro: “Qui in Italia la passione degli spettatori è straordinaria. Prima di trasferirmi sapevo che l’Inter era un club ricco di tradizione. E per me era chiaro che San Siro fosse leggendario. Quando poi ho giocato per la prima volta con l’Inter in uno stadio tutto esaurito è stato davvero speciale. Mi viene ancora la pelle d’oca quando giochiamo a San Siro, recentemente abbiamo battuto la Juventus 1-0. Queste emozioni e questo entusiasmo sono enormi, l’amore dei tifosi per l’Inter è quasi sconfinato”.
Quindi, una battuta su uno degli artefici della enorme crescita dell’Inter, Simone Inzaghi: “L’organizzazione di Inzaghi mi ha impressionato fin dal primo giorno. Non ci sono partite facili in Serie A, tutte le squadre sono molto ben organizzate e c’è molta attenzione ai dettagli. Il nostro allenatore non lascia nulla al caso. Ma possiamo seguire queste chiare linee guida e processi usando anche la nostra creatività. L’Inter è al top nelle strutture di allenamento, nel reparto medico e nell’intera rosa”.
Quindi, sul posizionamento del club in Europa (dove da tre anni a questa parte raggiunge sempre almeno gli ottavi, rientrando così tra le 16 migliori del Vecchio Continente): “Siamo fra le prime tre in Europa? Tutto è possibile per noi. Martedì affronteremo l’Atlético Madrid nell’andata degli ottavi di Champions League, un duello 50:50. Basta una partita storta ed è tutto finito. Ma c’è una cosa che sento ogni giorno all’Inter: una fame enorme di successo. Raggiungere la finale di Champions League la scorsa stagione ha dato ai giocatori e all’intero club un’immagine di sé notevole”.
Una finale che ha consentito uno step ulteriore nella crescita della squadra, colma di campioni: “L’atmosfera in tutto il club è positiva, la nostra squadra è esperta, affiatata e forte. Ci sono veterani come l’armeno Henrikh Mkhitaryan, che ha 35 anni ma corre come un ventenne. Abbiamo giocatori come Lautaro Martínez, Nicolò Barella e Benjamin Pavard, solo per citarne tre, che portano tanta esperienza e incarnano la massima qualità internazionale“.
Infine, circa il futuro – non esclude un ritorno in Svizzera (ma solo dopo aver concluso al meglio questa parentesi meneghina): “Se così fosse, vorrei tornare al Basilea. Ma il mio contratto con l’Inter dura ancora due anni e mezzo, quindi è quello su cui sono completamente concentrato in questo momento. Chissà cosa accadrà nel 2026… Se un anno e mezzo fa mi avessero detto che mi sarei trasferito prima al Bayern Monaco e poi nel 2023 all’Inter, difficilmente lo avrei creduto possibile”.
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