Le parole dei protagonisti

Lautaro Martinez punta anche alla Champions, la ragione è semplice: “Siamo un gruppo di fratelli”

Lautaro Martinez sta vivendo la sua migliore stagione dall’approdo all’Inter: guida la classifica dei cannonieri in serie A, ha raggiunto l’ottavo posto tra i marcatori dell’Inter in tutte le competizioni (superando nell’arco di poco tempo Christian Vieri, Mauro Icardi e puntando con forza Istvan Nyers, adesso a sole 6 marcature), ha superato quota 100 reti in serie A e punta a vincere tutto. Anche la Champions League.

Come raccontato al magazine ufficiale della Champions League: “Ovvio che ogni trofeo sia un obiettivo per un club come l’Inter. Far parte di un gruppo di fratelli e amici che vanno nella stessa direzione, sia che uno giochi sia che non giochi, è importante per andare avanti. Così le cose diventano più semplici“.

Nell’intervista rilasciata al magazine della massima competizione europea ha parlato anche dei suoi tanti tatuaggi: “Parlano di me, della mia famiglia, della mia religione, o di una frase che mi caratterizza. Ho fatto il primo a 15 anni, mia mamma non voleva, diceva che ero troppo giovane. Ho iniziato con il nome di suo padre, mio nonno. Fu molto difficile per me. Siamo una famiglia che ha iniziato davvero con poco. Non ci sono dubbi che quei momenti difficili mi abbiano fatto crescere molto in fretta. Crescendo, ho capito che dovevo seguire il mio percorso, il calcio. Nella mia famiglia si è sempre respirato sport”.

Infine, una battuta sul soprannome che si porta appresso sin dai tempi dal Racing: el Toro. Questa la ragione del suo apodo: “Quando sono arrivato al Racing i miei compagni mi hanno soprannominato El Toro perché ero sempre arrabbiato e cattivo nei duelli. Il mio soprannome arriva da lì. La frase ‘Quello che non mi uccide mi fortifica’ racconta quello che ho passato da piccolo, ma anche di qualche momento successivo. È una frase in cui mi identifico, la porto sempre con me”.

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