Le parole dei protagonisti

Marco Materazzi e quel retroscena del 2006: “A gennaio l’occasione di andare al Milan”. Per questo dà un consiglio a Frattesi

Materazzi poteva andare al Milan nel gennaio del 2006 ma non lo fece e vinse tutto. Per questo dà un seuggerimento a Frattesi.

Marco Materazzi è diventato negli anni un simbolo dell’Inter. Giunto a Milano nell’estate del 2001, vestirà la maglia nerazzurra per 9 stagioni, disputando 276 gare in nerazzurro e realizzando 20 reti (10 in campionato nella 2006/07, stagione del suo primo scudetto sul campo all’Inter, in cui era praticamente un bomber aggiunto). C’era il 5 maggio del 2002 e c’era nell’anno del triplete (e c’era quando l’Inter conquistava un po’ tutto, dal post Calciopoli al 2010) ma pochi sanno che la storia sarebbe potuta cambiare nel 2006.

Lo ha raccontato lo stesso Materazzi alla Gazzetta dello Sport. Matrix avrebbe potuto effettuare uno dei tradimenti massimi, trasferendosi sull’altra sponda dei Navigli: “Con Mancini giocavo poco, avevo paura di restare fuori dai convocati di Lippi e a gennaio si presentò l’occasione di andare al Milan. L’orgoglio avrebbe potuto spingermi ad accettare quella proposta, ma sono tornato sui miei passi. Il resto della storia lo conoscete…”.

Il resto della storia lo abbiamo narrato qualche riga fa, ma vogliamo anche ricordare come la stagione seguente (la 2006/07, dopo il Mondiale vinto da protagonista) realizzò una rete nell’epico derby contro i rossoneri terminato 4-3 (e terminato con un’espulsione per doppia ammonizione – la seconda per avere alzato la maglia  per esultare in occasione della sua marcatura).

Marco Materazzi, il suggerimento a Frattesi (basato sulla propria esperienza)

E così, a partire da questo retroscena, Materazzi ha voluto lanciare un suggerimento a Davide Frattesi, deluso dal poco impiego e tentato dalle sirene romane: “Fossi in Frattesi, non ragionerei di impulso. Avrei potuto farlo anch’io nel 2006, ma non l’ho fatto ed è stata la decisione più giusta mai presa in dieci anni di Inter”.

Dal canto suo, Matrix rimase grazie a due colloqui – forse è necessario che qualcuno nella società parli con Frattesi: “Cosa fu a farmi decidere di rimanere? Due chiacchierate. Una con Lippi, che mi rassicurò: ‘Non mi importa che tu sia un titolare nell’Inter. Un posto per te in Nazionale c’蔑 Un’altra con Facchetti: ‘Marco, qui all’Inter abbiamo bisogno di te’. Nel caso di Frattesi non penso ci sia bisogno di confronti con il ct: Spalletti lo stima, Davide è già un titolare dell’Italia e non deve dimostrare nulla”.

L’ex numero 23 ha quindi sottolineato come Frattesi sprecherebbe l’occasione di essere parte di un progetto vincente nel quale è apprezzato da tutte le parti (and do you remember Icardi and Skriniar?): “In un anno e mezzo all’Inter si è guadagnato il rispetto di tutto l’ambiente: della società che ha fatto grandi sacrifici economici per acquistarlo, dell’allenatore che lo ha fortemente voluto, dei tifosi che lo considerano a tutti gli effetti un protagonista dello scudetto vinto la scorsa stagione. Frattesi ha segnato il suo primo gol da interista nel derby, ne ha fatti altri decisivi, pesantissimi. La sua esultanza dell’anno scorso dopo il gol al Verona, arrampicato con la vena gonfia sulla balaustra, è un’immagine iconica della seconda stella. Tutto questo si traduce in un credito enorme”.

Infine, un pensiero a cosa rischierebbe a vestire nuovamente il giallorosso: “È il club nel quale è cresciuto e lì avrebbe più spazio per giocare con continuità, ma bisogna anche allargare lo sguardo a tutto il contesto. Nell’Inter Frattesi ha già vinto e ha la possibilità di ripetersi, è in una squadra che lotta per il vertice, su tutti i fronti. A Roma troverebbe una situazione completamente diversa, complicata dal punto di vista dei risultati. E c’è il rischio di una sorta di sovraesposizione, diciamo così, perché a Roma non ti perdonano nulla. Basti pensare a Pellegrini, romano e romanista come Frattesi: fino al gol nel derby ha vissuto momenti delicati”.
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