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Julio Cesar e il Chievo Verona prima dell’Inter: la bocciatura di Sartori (“Come numero 10…”) e la stima di Marchegiani

Dierredivi

Feb 12, 2025

L’impatto di Julio Cesar con il calcio italiano è stato quantomeno traumatico: tutta colpa di Giovanni Sartori, dirigente del Chievo.

Julio Cesar Soares Espindola ha scritto la storia dell’Inter. È il primo portiere straniero ad essersi imposto con la maglia dell’Inter (in precedenza solo il francese Frey era stato titolare tra i pali del club nerazzurro) e con la casacca della Beneamata ha vinto tutto: ha vinto cinque scudetti, tre Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una UEFA Champions League (con una parata iconica a Leo Messi, nella semifinale di ritorno contro il Barcellona) e una Coppa del mondo per club FIFA. È stato frattanto il portiere della nazionale brasiliana, sebbene in un periodo non troppo fortunato per i verdeoro (ma sono anni che il Brasile non è il Brasile di un tempo).

Ma prima di disputare 300 gare in nerazzurro, Julio Cesar è stato parcheggiato dall’Inter al Chievo Verona: per lui, proveniente dal Brasile (dove era titolare del Flamengo), una esperienza non indimenticabile – sebbene non sia stata dimenticata.

È stato lui stesso a raccontarlo, in un’intervista rilasciata ad un podcast brasiliano (il video è facilmente reperibile online – anche sottotitolato – cercando Julio Cesar Chievo):

“Quando sono arrivato all’Inter, loro mi hanno mandato al Chievo Verona. A Verona pensavo di lottare per un posto da titolare, ma niente di tutto ciò. Proprio niente. Al Chievo mi allenavo con i ragazzi della Primavera. Sono passato dall’essere un idolo al Flamengo, campione della Coppa America nel 2004, ad allenarmi con i ragazzi. Ovviamente tornavo a casa triste, piangevo, e mia moglie Susana mi diceva: “La tua squadra è l’Inter, vedrai che qui siamo solo di passaggio”. Un giorno ho chiamato Amauri, grande amico mio, a quei tempi giocava nel Chievo e gli ho detto: “Vieni con me, non ne posso più. Fammi da traduttore, voglio parlare col Direttore sportivo Giovanni Sartori”. “Guardi Direttore vorrei partecipare di più, essere più coinvolto, sentirmi parte del gruppo della prima squadra”. E lui mi ha risposto: “Julio, noi non ti volevamo qui. Stiamo facendo solo un favore all’Inter. Sei venuto qui ma non fai parte dei nostri piani. Per noi sei il quarto portiere“.

Ma la parte più clamorosa della storia deve arrivare.

Passa del tempo, Julio Cesar è sbarcato a Milano e si prende – quasi subito, nonostante la presenza in rosa di un certo Francesco Toldo – i gradi da titolare della porta nerazzurra.

Una sera, quindi, si trova con Marco Branca, allora responsabile dell’area tecnica del club, ed avviene la clamorosa rivelazione

“Cinque anni dopo ricordo che una sera stavo con Marco Branca, Dirigente dell’Inter, e mi ha detto: “Julio voglio raccontarti una cosa che non sai.
Quando ti abbiamo preso e ti abbiamo mandato al Chievo Verona, abbiamo chiamato tutti i giorni per sapere se ti stessi adattando, come ti allenavi… Un giorno a Sartori ho chiesto: “Come va il nostro portiere che abbiamo appena comprato?” E Sartori, che mi stava facendo questo favore, mi ha risposto: “Come numero 10 è un fenomeno, ma come portiere…. lascia perdere“.

Dell’esperienza al Chievo Verona di Julio Cesar ha parlato quindi qualche anno fa (nel 2020) Luca Marchegiani – che di quel Chievo Verona era il portiere titolare – in una lunga intervista a Sky Sport assieme all’ex collega (13 anni più giovane):

“Ho un ricordo bellissimo di quei mesi passati insieme al Chievo, è stato un privilegio accoglierlo in Italia. Abbiamo condiviso non solo gli allenamenti, ma anche una fase di adattamento per lui importante. Pur non giocando, quei mesi alla fine gli sono serviti per capire il calcio italiano e le metodologie di allenamento”.

E non ha risparmiato una battuta, mostrando un grande rispetto verso il portiere brasiliano (precedentemente “bocciato”) da Sartori:

Sei stato carino a non volermi rubare il posto per non farmi sedere in panchina, hai avuto rispetto di un vecchietto all’ultima stagione. Poi però nella stagione successiva sei riuscito a scalzare un portiere straordinario come Toldo, dimostrando tutto il tuo valore”.


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