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Che fine ha fatto Jeison Murillo? La pesante eredità di Cordoba e quel gol in rovesciata

La parabola del difensore colombiano Jeison Murillo, in nerazzurro tra il 2015 e il 2017 (con il peso dell’eredità di Cordoba sulle spalle).

Quando un calciatore viene dalla Colombia ed è difensore, non può che far tornare in mente ai tifosi dell’Inter una colonna della difesa dell’inizio del nuovo millennio: il velocissimo Ivan Ramiro Cordoba, pezzo di storia del club nerazzurro.

Primo colombiano a vestire la maglia dell’Inter, Cordoba riuscirà in 12 stagioni e mezzo a vincere 15 trofei, oltre a conquistare il nono posto nella classifica del club per quanto riguarda i calciatori con più  apparizioni in Serie A (per lui 324 incontri disputati nella massima serie, a fronte di 455 presenze complessive).

Ma non tutti i difensori colombiani sono Ivan Cordoba (e l’esperienza avuta con Tyson Rivas ce lo avrebbe dovuto fare già capire): Jeison Murillo, per esempio, è stato ben lungi dal raggiungere i picchi cordobiani anche perché – a sua parziale giustificazione – ha vissuto alcuni anni cupi della storia dell’Inter.

Ma andiamo con ordine: classe 1992, Murillo approda a Milano nel luglio del 2015 per 8 milioni dal Granada.

Ausilio, già allora dirigente dell’Inter, ne caldeggia l’acquisto già a febbraio, parlandone in termini assolutamente positivi (proponendo il paragone con cui abbiamo aperto il post): “Ricorda Cordoba, è aggressivo, veloce e ha un buon piede. Può giocare in una difesa a 4 o a 3, non è altissimo ma molto esplosivo. In tante cose ricorda Ivan, ma ognuno ha le sue caratteristiche che lo contraddistinguono. Anche per lui Cordoba è un punto di riferimento, gli auguro di fare la metà di Ivan”.

Spoiler: farà ben meno della metà di Ivan, sotto tutti i punti di vista.

Acquistato per 8 milioni più bonus rimane all’ombra della Madonnina per due stagioni, giocando 69 gare e vivendo probabilmente il suo prime (arrivando a valere fino a 18 milioni di euro). Realizza anche una splendida rete in rovesciata in Coppa Italia in un 3-2 contro il Bologna che ancora ci fa chiedere come sia stato capace di un gesto tecnico del genere (a rendere ancor più mistico questo gol, l’assist da calcio d’angolo di Joao Mario e la presenza in panchina di Stefano Pioli).

Nell’agosto del 2017 viene quindi ceduto al Valencia per una cifra vicina ai 12 milioni e termina così la parentesi nerazzurra di Murillo.

Il destino lo vorrà nuovamente in Italia, a Genova, per la stagione 2019/20: dopo aver giocato sei mesi al Barcellona in prestito dal Valencia (riuscirà a vincere la Liga, unico titolo in carriera, giocando quattro gare complessive con la maglia dei blaugrana) per lui si aprono le porte della Sampdoria.

Si aprono e si chiudono: dopo sei mesi il club doriano lo sbologna al Celta Vigo, che però dopo un anno e mezzo lo rimanda indietro.

Ormai ai limiti del pacco postale, Murillo fa avanti e indietro – in prestito – tra Sampdoria e Vigo, fino alla rescissione del contratto che lo legava ai blucerchiati nel 2023, dopo la disastrosa retrocessione del club.

Cosa fa oggi Jeison Murillo?

Ma cosa fa oggi Murillo, lasciata definitivamente l’Italia? Gioca in Qatar con la maglia dell’Al-Shamal e gestisce una fondazione benefica, di cui dà notizia attraverso il suo profilo Instagram (dove è seguito da mezzo milione di follower).

Proprio sul social di Zuckerberg, Murillo è solito postare momenti di vita quotidiana (molte in compagnia della famiglia – quindi con la moglie e con i quattro figli) e appare sempre sereno e sorridente (e questo è l’importante, sebbene noi non fossimo così sereni quando era al centro della nostra difesa)

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