Le parole dei protagonisti

José Mourinho e l’ossessione per il Triplete: “Mi auguro Chivu non lo vinca. Mi piacerebbe che l’Inter rivincesse la Champions, mai il Triplete”

José Mourinho torna a parlare del Triplete, stavolta in relazione all’approdo del suo ex giocatore (tripletista) Chivu alla guida dell’Inter.

Volente o nolente, José Mourinho è un pezzo di storia dell’Inter. Giunto nell’anno del centenario nerazzurro, ha portato il club alla conquista di due scudetti, di una coppa Italia e, soprattutto, di una Champions League – la terza per li club, l’ultima per una squadra italiana. Se ne andò quindi nella notte, a ridosso della grande gioia, e questa è per lo scrivente una macchia indelebile (come indelebile è l’addio di Simone Inzaghi che avrebbe potuto fare anche meglio del Mou ma che se n’è andato dopo una devastante sconfitta in una finale per un pugno di petroldollari in più).

Ma non è l’unica macchia indelebile, quando si parla di José Mourinho.

Penso al suo ritorno in Italia, alla Roma, e alle dichiarazioni fuori luogo quando s’è trovato ad affrontare l’Inter (così come l’esultanza smisurata quando s’è trovato a batterla, la sua ex squadra).

Penso quindi alle sue parole di fine giugno, poco prima della drammatica debacle contro il PSG, e a quelle odierne – interpellato circa l’approdo del suo ex giocatore Cristian Chivu alla guida tecnica dell’Inter.

José Mourinho e la gelosia per il Triplete

A pochi giorni dalla finale dell’Inter di Inzaghi contro il PSG, Mourinho ha dichiarato a Sky Sports: “Sarò un po’ cattivo, ma molto onesto. Temevo davvero che potessero vincere il Triplete e non volevo che lo vincessero. Il Triplete è mio. Ma adesso che hanno perso sia il campionato che la Coppa Italia, devo dire che mi piacerebbe vederli vincere la Champions League. Detto questo, Luis Enrique sta facendo un lavoro eccezionale a Parigi. Ha trasformato completamente la squadra. Hanno perso, diciamo, il loro giocatore numero uno, ma sono riusciti a ricostruire tutto in modo straordinario. Quindi, se dovesse vincere Luis, sarei felice anche per lui”. Parole non esattamente da grande interista.

Così come non sono parole da interista (né da uomo di spogliatoio, ritengo) quelle su Chivu, rilasciate a Sky Sport: “È uno dei miei bambini. Ha imparato dalla sua esperienza. che è stata enorme. Ma ora è diverso: una cosa è essere un grande giocatore, una è essere un grande allenatore. Speriamo riesca a fare questa transizione. Lui ama l’Inter, l’Inter ama lui. E’ un ragazzo fantastico, che ha voglia, coraggio e personalità. L’unica cosa che mi auguro è che non vinca il Triplete. Può vincere Champions, scudetto… Io sono egoista. Mi piacerebbe che l’Inter rivincesse la Champions, mai il Triplete”. Per Mou esiste solo Mou e il triplete di Mou, l’Inter è niente o poco più.

Speriamo solo che l’ossessione di Mou per il triplete non abbia l’effetto della maledizione di Béla Guttman, tecnico ungherese del Benfica degli anni ’60 che, dopo aver conquistato l’ultima coppa dei campioni del club lusitano dichiarò: “Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte (consecutive) campione d’Europa e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni!” – caso volle che lui stesso si ritroverà alla guida del Benfica qualche anno dopo, uscendo ai quarti di finale della competizione poi vinta del Real (che in semifinale supererà l’Inter con un complessivo 2-1).

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