Mazzarri vorrebbe tornare ad allenare e, nell’attesa, torna sulle sue stagioni passate alla guida di Napoli, Inter e Torino.
Era il 2013 quando, dopo quattro stagioni alla guida del Napoli con una coppa Italia conquistata e due dignitosissimi piazzamenti tra le prime tre, arrivò all’Inter Walter Mazzarri, allora astro nascente tra gli allenatori italiani.
Erano gli anni delle campagne acquisti non certo indimenticabili, con i pochi soldi spesi per meteore come Taider e Belfodil – o anche per l’allora giovanissimo Mauro Icardi – e questo potrebbe rappresentare per Mazzarri un grande alibi.
Fatto sta che Mazzarri rimarrà due stagioni alla guida dell’Inter: la prima terminerà con un quinto posto a meno cinque dalla Fiorentina quarta e a meno diciotto dal Napoli terzo – quando alla Champions League accedevano solo in tre; la seconda con un esonero a novembre dopo il pareggio casalingo contro il Verona per 2-2 e dopo le indimenticabili dichiarazioni contro la pioggia: ”Siamo in emergenza, i ragazzi sono calati. E poi ha anche cominciato a piovere…”.
Era il novembre del 2024 quando entrava nella storia con le scuse più goffe del creato e poco più che dieci anni dopo torna alla ribalta per un’intervista su Tuttosport in cui sostanzialmente racconta che è lui l’artefice dei risultati positivi – in parte positivi – dell’Inter inzaghiana, ché è lui ad aver inventato quel calcio:
“Sì. Quella che ha usato l’Inter fino a qualche domenica fa, con i quinti che si buttano dentro, la faccio da anni. È il sistema che conosco meglio. Ma non ho problemi con altri schemi: i moduli li fanno i calciatori”.
Il delusional Mazzarri ha quindi proseguito provando a smentire la fama da allenatore difensivista che lo attanaglia, sottolineando come persino Guardiola – Guardiola! – lo avrebbe studiato:
“Credo sia un errore, una sciocchezza. Guardiola ha studiato il mio Napoli, ha elogiato il mio sistema. Nella stagione dei 63 punti con il Torino, eravamo primi per recuperi palla nella metà campo avversaria. Non abbiamo chiuso lontano dalla Champions, e attaccavamo sempre con almeno cinque uomini, anche contro difese schierate a quattro”.
Infine, sempre sul suo calcio riproposto a destra e a manca, Mazzarri ha dichiarato:
“Quello che facevo con il mio Napoli, l’Inter lo ha riproposto con Inzaghi. Finché attacchi, difendi: è un principio in cui credo molto. L’ultima squadra che ho allenato dall’inizio alla fine, il Torino, ha sfiorato un miracolo. Anche col Napoli, a Riad, quando abbiamo battuto la Fiorentina, non abbiamo praticamente subito un tiro in porta e abbiamo segnato tre gol. E con l’Inter abbiamo giocato in dieci, ma nel primo tempo meritavamo di vincere e abbiamo perso ingiustamente. Possiamo andare più indietro nel tempo, alla Reggina: giocavo col 3-4-3, un calcio offensivo con due esterni e tre attaccanti. Non è un caso se Bianchi e Amoruso segnarono quasi venti gol a testa. Eravamo una squadra che piaceva e veniva studiata. E parliamo di vent’anni fa”.
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