Rubriche

Walter Zenga, il perché del soprannome Uomo Ragno e la sua parata più bella in carriera (da giovanissimo)

Walter Zenga a cuore aperto racconta del suo passato da tifoso e giocatore nerazzurro, svelando i momenti più belli in carriera.

Parliamo di un’icona dell’Inter, del calciatore che ha difeso la porta nerazzurra per un decennio, a cavallo fra prima metà degli anni ’80 e prima metà degli anni ’90. Per lui 473 gare complessive con uno scudetto e due coppe UEFA, prima dell’addio alla volta di Genova (sponda Sampdoria).

Tifoso della Beneamata da sempre, Zenga si è raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta, di cui riportiamo alcune parti legate al suo rapporto con il club – sebbene ci incentreremo su quella che lui descrive come la parata più importante della sua carriera.

Ma partiamo da principio e dal perché divenne tifoso dell’Inter, per ripicca nei confronti del padre (cosa che accade in diverse famiglie, in realtà):

“Mio padre era juventino, ma mi portava a vedere l’Inter, non so perché, e sono diventato interista per ripicca nei suoi confronti. La mia prima volta a San Siro è stata per un Inter-Brescia e io, più che dall’Inter, venni rapito dall’enorme V sulla maglia nera del portiere bresciano, Luigi Brotto (scomparso nel 2024, ndr). Mio papà era stato il portiere della Pro Lissone, poi si ruppe un ginocchio e chiuse la carriera. Nella mia prima partita da allenatore del Brera, nel 2000, affrontai la Pro Lissone: una di quelle coincidenze che ti fanno pensare a un segno”.

Ma chi era il calciatore preferito di Walter Zenga? Nessuno si sarebbe aspettato il nome di un terzo portiere (oggi affermato procuratore):

“Silvano Martina, l’ex portiere. Ha giocato nell’Inter un’unica partita di Serie A, contro il Palermo nel 1973, e io c’ero. Era il terzo portiere, dopo Lido Vieri e Bordon. Qualche giorno dopo venne al campo della Richard Ginori, dove ci allenavamo noi delle giovanili, e mi esaltai”.

Walter Zenga, l’addio e il ritorno mai avvenuto

Zenga ha quindi parlato della partita per lui più importante, l’ultima in nerazzurro (che coincise anche con la conquista di un trofeo, in un’annata disgraziata):

“L’ultima partita, il ritorno della finale di Coppa Uefa contro il Salisburgo. So che andrò via, anche se la dirigenza non mi ha comunicato nulla. Lo so perché Roberto Mancini mi ha detto che Pagliuca lascerà la Samp per passare all’Inter. E so che il nuovo allenatore, Ottavio Bianchi, non mi vuole. San Siro è strapieno, io paro tutto, vinciamo la partita e il trofeo. È l’ultima delle mie 473 presenze nell’Inter. Al giornalista di Canale 5 che mi chiede se è così, se è vero che me andrò, rispondo a caldo con un ‘chissenefrega’. Con la Coppa Uefa saldo i miei conti, è l’addio perfetto”.

Dopo l’addio, nonostante i successi in panchina, il ritorno di Zenga nella sua Itaca non s’è mai concretizzato, sebbene una volta ci sia andato vicino: “Una volta, non mi ricordo se fosse il momento in cui presero Stramaccioni o Mazzarri”.

Adesso, però, ha smesso di sperarci, pur apparendo in fondo un briciolo dispiaciuto:

“Non vado a San Siro da un anno e mezzo, ma se ci tornassi, finirei come sempre circondato dai nostri tifosi. Per loro, è come se avessi smesso di giocare due giorni fa e tanto mi basta. Gli interisti sono la mia gente. Come a tutti, mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe ritornare a casa. Diciamo che da qui a cent’anni c’è tempo, ma no, non ci spero più perché non vedo una posizione per me. Sebbene, se volessero, un incarico potrebbero ricavarlo”.

Walter Zenga, la parata più bella dell’Uomo Ragno

Ma veniamo a noi: qual è stata la parata più bella dell’Uomo Ragno in carriera?

“Contro il Torino a San Siro, nel settembre del 1983, l’anno di Gigi Radice allenatore nerazzurro. Volo a deviare un tiro di Domenico Caso, con il pallone diretto al sette. E poi gli interventi contro il Salisburgo, lì c’è tutto il mio repertorio”.

Di seguito le immagini offerte dalla Rai con una regia non impeccabile (ma bisogna notare come proprio Caso applauda Zenga).

Infine, per chiudere, ecco come Zenga ha spiegato il succitato soprannome – autoattribuito:

L’Uomo Ragno: in pratica me lo sono dato da solo. È il 1992, l’anno del boom della canzone degli 883. Sacchi mi taglia dalla Nazionale. Ad Appiano un cronista mi chiede: ‘Walter, che cosa pensi di questa esclusione?’. Tiro su la zip della tuta nera e rispondo canticchiando: ‘Hanno ucciso l’Uomo Ragno, chi sia stato non si sa, forse Sacchi, Matarrese, Carmignani chi lo sa (Matarrese era il presidente della Figc; Carmignani, ex portiere, il vice del ct Sacchi, ndr)’. Il giorno dopo esce un paginone su questa cosa e divento l’Uomo Ragno. Ho una richiesta per Max Pezzali (il leader degli 883, ora solista, ndr): Max, una volta invitami sul palco a cantare ‘Hanno ucciso l’Uomo Ragno’ con te, sei pure interista!”.

admin

Recent Posts

Sergio Battistini racconta: “Rischiammo veramente la B. In Europa invece era un’altra cosa”. E la gabbia di Orrico…

L'ex Milan e Inter Sergio Battistini si racconta e parla dei trionfo europei, della retrocessione…

1 settimana ago

Serie A 97/98, i gol più belli secondo Tele+: cinque sono nerazzurri (che gol… e che nostalgia)

La stagione 97/98 dell'Inter in serie A termina con un amaro secondo posto, ma quanti…

2 settimane ago

“Quello che ha fatto Inzaghi l’ho fatto per anni. Guardiola mi ha studiato”: Mazzarri scatenato a Tuttosport

Mazzarri vorrebbe tornare ad allenare e, nell'attesa, torna sulle sue stagioni passate alla guida di…

2 settimane ago

José Mourinho e l’ossessione per il Triplete: “Mi auguro Chivu non lo vinca. Mi piacerebbe che l’Inter rivincesse la Champions, mai il Triplete”

José Mourinho torna a parlare del Triplete, stavolta in relazione all'approdo del suo ex giocatore…

3 settimane ago

Denzel Dumfries e quella passione in comune con Lisa Simpson: sapete cosa fa nel suo tempo libero?

Dumfries si racconta, tra finale di Champions persa, infortunio che può essere costato lo scudetto…

1 mese ago

Ganz e quel rimpianto nerazzurro: la traversa ha stoppato la (sua) storia nerazzurra

Maurizio Ganz e le due stagioni e mezzo con la maglia dell'Inter: alcuni bei ricordi…

1 mese ago