Dzeko torna in Italia per giocare con la maglia della Fiorentina e, intervistato dalla Gazzetta, torna sull’esperienza biennale all’Inter.
Dopo 46 gol in 99 partite in tutte le competizione con la maglia del Fenerbahçe, Edin Dzeko torna in Italia. E dopo aver vestito la maglia della Roma e quella dell’Inter, si appresta a vestire quella della Fiorentina. Un ritorno nel campionato italiano a 39 anni che dimostra come il campionato italiano sia un campionato non per giovanissimi (speriamo che gente come Pio Esposito possa smentirci) ma che dimostra anche che Dzeko all’Inter avrebbe fatto utile, vedendo il vuoto dietro Lautaro e Thuram.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Dzeko non ha potuto non parlare del suo periodo nerazzurro, con una Champions League sfiorata (la finale contro il Manchester City, di cui era ex, persa per 1-0 fa ancora un po’ male): “Quando arrivi in finale sei a un passo dall’obiettivo. Quindi sì, ci credi eccome. L’Inter sfidava il City degli imbattibili, una squadra che sulla carta era ingiocabile ma che alla fine, durante la partita, non è riuscita a dominarci. Mentre ero in campo sentivo che il traguardo era alla nostra portata: con qualche episodio a favore avremmo potuto portare la coppa a casa, ma resta l’orgoglio di aver dato il 100%”.
Quella contro il City è una partita che Dzeko ricorda con un certo amaro in bocca, assieme a quella contro il Bologna: “Io non rimpiango le scelte, perché il passato non si può cambiare. Ho fatto una grande carriera e ne vado orgoglioso. Certo, se devo scegliere una partita che mi ha lasciato l’amaro in bocca… penso al City e al Bologna. Quell’anno eravamo i più forti, ma abbiamo gestito male le energie. Abbiamo dato tutto in Champions senza arrivare in fondo, invece in campionato abbiamo sottovalutato gli avversari, che sono stati bravi ad approfittarne. Complimenti al Milan che ha vinto, però quell’anno l’Inter ha sprecato troppe chance (un po’ come l’anno scorso contro il Napoli, ndr)”.
Infine una battuta su quanto sarebbe potuto essere stato utile nelle ultime due stagioni, dietro Lautaro e Thuram, considerando i numeri delle stagioni post Inter e soprattutto l’impalpabilità dei vari Sanchez, Correa, Arnautovic, Taremi.
A domanda netta del giornalista della rosea (“Mentre segnava a raffica con il Fenerbahçe, non pensava a quanto avrebbe fatto comodo ai nerazzurri?”) la risposta è stata altrettanto chiara (e condivisa da molti tifosi nerazzurri):
“Sì, mi è passato per la testa tante volte. Non provo rancore: a Milano ho vissuto due anni stupendi, conosco l’ambiente e tanti ragazzi che giocano ancora lì. La società e l’allenatore hanno fatto determinate scelte, che li ha portati a vincere uno scudetto e a tornare in finale di Champions. Certo, magari con me sarebbe potuta andare ancora meglio…”.
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