Luis Henrique si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, parlando dell’impatto nell’Inter e di quello che si aspetta.
Dopo una stagione con 7 gol e 7 assist in 33 gare disputate in Ligue 1 con la maglia dell’Olympique Marsiglia, Luis Henrique è stato uno degli acquisti di questa ricca campagna ’25. 23 milioni più 2 di bonus e l’enorme speranza che il brasiliano possa essere il giusto alter ego di Dumfries, ché quando l’olandese è mancato la scorsa stagione si sono persi i punti decisivi per lo scudetto.
In un’intervista alla Gazzetta dello Sport si è raccontato, scherzando in primo luogo sul fatto che è già stato ribattezzato Gigi: “Non ho capito chi l’abbia inventato, ma ha semplicemente tradotto Luis e poi lo ha accorciato: adesso tutti mi chiamano così e mi piace pure perché mi fa sentire ancora più interista”
Quindi, sull’impatto con l’Italia e con l’Inter: “Uno dei Paesi più belli al mondo e una delle squadre più grandi del pianeta. In Italia respiri storia, ma Milano mi ha colpito per la modernità e le tante cose da fare: la voglio scoprire e sentirla sempre più casa. Per me, Inter vuole dire anche Ronaldo il Fenomeno: un idolo, il mio preferito”.
Da un brasiliano a un altro – è un suo connazionale il compagno di squadra con cui ha pi legato nello spogliatoio: “Con Carlos Augusto, perché siamo entrambi brasiliani e abbiamo una dote innata nel trovarci insieme e scherzare. Dicono che rispetto a me sembri più serio ed europeo, ma non è vero… Magari aveva bisogno solo di un connazionale per far vedere la sua natura allegra (ride, ndr). Mi trovo bene anche con Lautaro: parlo spesso con lui, mi dà consigli. Ma in generale, tutti mi hanno accolto bene e sostenuto. Questo è uno spogliatoio in cui ci si rispetta e ci si aiuta, fatto di gente forte ma umile: alla lunga, fa la differenza”.
Quindi, sulla “rivalità” con Dumfries: “È la sfida che cercavo a questo punto di carriera, e lo dico con la massima ammirazione per Denzel. Ho sempre sognato di giocare in una grande squadra con grandi giocatori, e questo mi motiva a cercare il mio spazio, nel rispetto di tutti. La competizione sana aiuta, lo insegnano i grandi”.
D’altro canto, Gigi nell’intervista ha raccontato che a lui piace giocare a sinistra per rientrare e tirare: chissà che qualche volta non lo vedremo in campo assieme a Dumfries – e non in alternativa.
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