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Notizie sull'Inter per veri tifosi nerazzurri

Napoli-Inter, gocce di veleno (un po’ di polemica gratuita per non dimenticare il campionato 2024/25)

Dierredivi

Ago 28, 2025

Le ragioni per cui sarebbe stato possibile fare polemica per la vittoria dello scudetto del Napoli, primo con un punto di vantaggio sull’Inter.

Le cinque scoppole inferte dal PSG e la delusione dell’addio di Simone Inzaghi (che avrebbe potuto gestire meglio il finale di un quadriennio positivo) sembrano distanti come non mai.

L’inizio della nuova stagione – parliamo solo della prima giornata, ma tant’è – è stato tra i più positivi che si possano ricordare (Conte e Inzaghi avevano iniziato con due 4-0, Chivu con un 5-0) ma in questa sede, per non dimenticare, vogliamo ricordare alcuni aspetti della corsa scudetto che ha visto il Napoli spuntarla sull’Inter per un punto.

Partiamo dal fatto che chi vince ha sempre ragione, scrive la storia e bisogna fargli i complimenti. Facciamo quindi nuovamente i complimenti al Napoli, capace di vincere due scudetti in tre anni a fronte di due scudetti vinti in tutta la propria storia precedente; e ad Antonio Conte, capace ancora una volta di vincere il tricolore (con una terza squadra differente, dopo Juve e Inter).

In questa sede, però, voglio appuntare per ricordarle eventualmente in futuro un paio di situazioni che, se accadute a parti invertite, avrebbero sconvolto la platea dei tifosi italiani – ché per qualche tempo si è parlato di Marotta League, intendendo favoritismi a favore dell’Inter, e per molti l’Inter è diventata la nuova Juventus, a partire dai napoletani (che hanno dimenticato d’un tratto gli anni di rivalità con i bianconeri, e gli stessi bianconeri d’un tratto si sono trovati tifosi della squadra azzurra – per certo entrambi hanno sostenuto all’unisono il PSG: contenti loro).

L’Inter ha buttato via lo scudetto ma…

Partiamo da un assunto base, al di là dei complimenti già fatti al Napoli: è stata l’Inter di Inzaghi a buttare lo scudetto, bissando per altro quanto fatto contro i cugini del Milan.

Tutti i pareggi subiti in rimonta (dal 4-4 con la Juventus al 2-2 contro il Parma, per non parlare del 2-2 della penultima giornata contro la Lazio) hanno portato l’Inter a dilapidare un importantissimo bottino di punti, che avrebbero sicuramente portato la Beneamata a vincere il suo 21esimo scudetto (ci limitiamo ai pareggi, per non pensare ad esempio alla beffarda sconfitta contro il Bologna all’ultimo respiro – ancora una fatal Bologna per la Beneamata).

Al netto di ciò, vogliamo ricordare alcuni episodi in cui non è stata l’Inter stessa ad essere arbitro del proprio destino.

Contro la Roma, alla 34esima giornata, un abbraccio netto in area ai danni di Bisseck non è stato sanzionato con il rigore che avrebbe potuto regalare all’88’ il pareggio alla squadra di Inzaghi (e sappiamo bene quel punto come sarebbe stato decisivo).

Un rigore da assegnare: non per gli interisti, ma per il designatore degli arbitri Rocchi. Intervenuto a DAZN, ha dichiarato a stagione ormai finita: “Si tratta di un rigore da assegnare in campo e piuttosto evidente“.

Viene assegnato, viceversa, il rigore al 90′ che consente alla Lazio di pareggiare per 2-2 a causa di un movimento un po’ sconsiderato di Bisseck: un rigore che c’era ma che volendo poteva non esserci, data la non platealità del movimento del difensore tedesco.

Ma è giusto sia stato assegnato, probabilmente.

Semplicemente, vogliamo segnalare come sarebbe possibile fare polemica anche su questo, ancor più se è vero che il VAR in quell’occasione era il Signor Marco Guida, fischietto che ha deciso di non arbitrare il Napoli (di poco tempo prima le dichiarazioni: “Sia io che Maresca – quel Maresca che tanto faceva infuriare Conte – abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli poiché il calcio viene vissuto in maniera diversa da altre città come Milano anche se abbiamo avuto la proposta”).

Quindi, continuando a voler far polemica, si sarebbe potuto polemizzare sul fatto che contro il Cagliari all’ultima giornata il Napoli s’è trovato a giocare contro il portiere in seconda: il portiere titolare, Caprile, tesserato del Napoli in prestito ai sardi, si riscopre infortunato e non gioca.

Si sarebbe potuto fare polemica anche sul siparietto tra il difensore dei sardi Mina e Lukaku, passato in sordina ma di cui vi riportiamo la ricostruzione di calciomercato.com:

Quando mancano ormai pochi scampoli al triplice fischio, si vede e si sente il difensore avvicinarsi all’attaccante e chiedergli la maglia che Big Rom da par suo vorrebbe come ricordo. Lukaku quindi rifiuta sostenendo di avere solo quella a disposizione e facendo intendere di volerla preservare in quanto si tratta della maglia dello Scudetto. Allora Mina replica con una frase sibillina da intendere probabilmente come una battuta: “Dai, ti ho lasciato fare goal…”. Poche parole che hanno fatto però arrabbiare i tifosi nerazzurri.

A voler far polemica (più o meno gratuita) c’è insomma l’imbarazzo della scelta.

Per questo eviteremo, il calcio è un gioco e sarebbe bello lo si ricordasse sempre tutti, anche quando scegliamo di avere nemici (calcistici) più o meno immaginari.

Alla fine, bene o male, vince sempre il migliore (a meno che non si stia vivendo in Calciopoli, ça vans dire) e comunque c’è sempre tempo per rifarsi (e rifarsi sarà bellissimo).

(Quanto scritto, doveva essere pubblicato alla fine della scorsa stagione. Per problematiche tecniche, gli appunti alla base di questo post erano stati persi e per questo mi sono ridotto ad oggi per pubblicare questa sorta di memoir. Ma, di nuovo, l’importante è non dimenticare)


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