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Lorenzo Buffon, perché anche anche l’Inter ne ha avuto uno (ed è parente di Gianluigi)

Dierredivi

Nov 26, 2025

Luorenzo Buffon, la storia del portiere che anticipò Buffon Gigi in tutto: nel ruolo, nella Nazionale, nello sposare una showgirl.

Quando si pensa a Buffon, il pensiero va a Gianluigi, portiere di lungo corso della Juventus e recordman di presenze in Nazionale, con cui ha vinto tutto (o quasi, manca l’Europeo; non si può dire lo stesso dei quasi 20 anni in bianconero, durante i quali ha vinto molto, sì, ma solo in Italia).

Ma Gigi in realtà non è il primo Buffon nella storia del calcio italiano: prima di lui ce n’è stato un altro che come lui giocava portiere e come lui ha vestito la maglia della Nazionale (sebbene in una quantità di occasioni ben minore). Ricordo che ai tempi degli esordi di Buffon (Gigi), a fine anni ’90, si parlava molto di questa parentela – seppur alla lontana – poi col tempo è stata quasi dimenticata. Il primo Buffon è infatti Lorenzo, per altro parente di Gigi in quanto cugino di secondo grado del nonno.

Lorenzo Buffon e Gigi, una parentela alla lontana (e parole d’odio e amore)

Tra Lorenzo e Gigi, a dire il vero, c’è stato (almeno a giudicare dai racconti) un rapporto ambivalente.

Nel 2009, alla Gazzetta dello Sport, raccontava: “Io e il nonno di Gigi eravamo come fratelli”. Per poi evitare il confronto in termini tecnici: “Non ci casco. Non spetta a me fare classifiche. Gigi è super, ha vinto il Mondiale. Anch’io però ho fatto la mia bella carriera. Cinque scudetti, 4 al Milan e uno all’Inter, sono stato convocato nel Resto del Mondo. Ho conosciuto Lev Jascin, il numero uno dei numeri uno. Sono stato suo ospite a Mosca. Un onore”.

In un’intervista del 2017 (sempre alla Gazzetta), invece: “Gigi è il miglior portiere di oggi. È mio parente, sì. Lo portai al Milan quando ero osservatore, non lo presero“.

Nella sua ultima intervista del 2023 alla Gazzetta, metteva quindiil parente al secondo posto tra i migliori portieri italiani di sempre ( – citando sempre Yashin (o Jascin, come preferite scrivere), suo pensiero fisso: “Zoff il più grande. Poi Gigi, il mio lontano parente. Ero amico di Yashin. Mi ha confidato qualche piccolo segreto: ‘Quando giochi in notturna, mettiti l’ombretto nero sotto gli occhi, attenui i riflessi dei riflettori e vedi meglio i palloni’. L’ho fatto, aveva ragione”.

Nel dicembre 2024, infine, al Corriere della Sera, dichiarava alla vigilia del suo 95esimo: “Gigi è un grandissimo, peccato solo non mi citi mai in pubblico”.

Ma ci siamo qui apposta noi per ricordare questa parentela, nonostante la fede rossonera di Lorenzo da Majano, classe 1929: “Sono tifoso del Milan. Lo ero da ragazzo e quando il Milan mi ingaggiò, nel ’49, non vi dico la felicità. Sarei andato a piedi” – dichiarò sempre nella già citata intervista del 2009 alla rosea.

La carriera di Lorenzo Buffon (e le analogie con Gigi)

Dicevamo, entrambi portieri, entrambi chiamati in Nazionale, ma non solo. Sia Lorenzo che Gigi hanno avuto una moglie proveniente dal mondo dello spettacolo (in entrambi i casi è finita con la separazione). Nel caso di Lorenzo Buffon la moglie è stata Edy Campagnoli, valletta di Mike Bongiorno a “Lascia o raddoppia? e simbolo della Rai negli anni ’50.

Ma andiamo a vedere brevemente la carriera di Buffon (Lorenzo, di Gigi non parleremo certo in questa sede e su questo sito): dopo gli inizi da mezz’ala (come Gigi, i Buffon iniziano fuori dai pali) in oratorio, inizia a giocare “seriamente” alla Portogruarese, in Promozione. In seguito, nel 1949, la chiamata al Milan: per lui nove anni in rossonero conditi da cinque scudetti e due coppe Latina (una delle prime competizioni internazionali per club in assoluto.

Dopo una parentesi di un anno al Genoa (squadra in cui Gigi Buffon avrebbe voluto giocare, come dichiarato molteplici volte), il ritorno a Milano avviene però sull’altra sponda del Naviglio, la nostra: Buffon approda all’Inter nel campionato 1960-61, dove rimane per tre stagioni collezionando complessivamente 90 presenze.

Per lui, in quegli anni, ripetuti guai muscolari, con la difesa della porta nerazzurra spesso affidata a Ottavio Bugatti. In tal senso, viene spesso ricordato un aneddoto: dopo la sconfitta interna con l’Atalanta del 3 marzo 1963 il presidente Moratti (Angelo) scese negli spogliatoi e stabilì un cambio di gerarchie tra i pali, portando Bugatti a diventare il primo, almeno per una fetta di stagione.

Alla fine della stagione 1962/63 Buffon si trasferisce quindi alla Fiorentina (con Giuliano Sarti  chefa il percorso inverso), non prima di aggiungere alla sua bacheca lo scudetto del 1963, che diede di fatto il via al ciclo della Grande Inter (per Lorenzo Buffon, però, nessuna Coppa dei Campioni nel palmares – curioso parallelismo, anche qui, con la parabola di Gigi).

Conclusa l’esperienza interista, il passaggio a Firenze una breve esperienza all’Ivrea in Serie C e quindi l’addio definitivo al calcio giocato.

(Avevo appuntato questo titolo da tempo, ma tra un sito e un altro, tra un impegno improvviso e un’attività programmata ho deciso a scriverne solo il giorno dopo la sua scomparsa, avvenuta a 95 anni il 25 novembre 2025)


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