La storia della rimonta storica dell’Inter contro il Liverpool nella semifinale di ritorno della Coppa dei Campioni 1964/65.
Fa impressione a pensarci, ma quando ho iniziato a seguire il gioco del pallone l’epopea della Grande Inter (quella di Helenio Herrera) era lontana 30 anni o giù di lì.
Per questo, ripercorrere le avventure della squadra allenata dal Mago – con i pochi materiali a disposizione – era affascinante e in qualche forma anche attuale; ancor più attuale a pensare che il Presidente in quegli anni era diventato Massimo Moratti, figlio del Presidente della Grande Inter Angelo.
30 anni fa eravamo a metà della stagione 95/96, la prima di un Inter pienamente massimomorattiana, ed eravamo stati fatti fuori dalla Coppa Uefa dal Lugano (la prima importante debacle continentale di quel nuovo corso); oggi siamo in corsa per qualificarci agli ottavi di Champions League e giocheremo contro il Liverpool, favoriti almeno dai bookmakers.
Quanta acqua sotto i ponti può essere passata?
Tutta questa premessa per sottolineare come passa il tempo, come invecchiamo, e come adesso la Grande Inter sia praticamente preistoria (c’è stata anche un’altra Coppa dei Campioni / Champions League in mezzo, per fortuna).
In questa sede, però, non vogliamo soffermarci sulla caducità del tempo, quanto piuttosto ripercorrere quella preistoria – ché ci si trova di nuovo ad affrontare il Liverpool, come accaduto un paio d’anni fa (era la prima campagna europea di Simone Inzaghi) e come accaduto altre volte nella storia della massima competizione europea.
La prima avviene nel 1965, in semifinale.
Il 4 maggio in terra britannica i campioni in carica dell’allora Coppa dei Campioni (i nerazzurri, che per altro avevano vinto la competizione alla prima partecipazione assoluta ad una competizione internazionale) perdono per 3-1 nella terra dei Beatles (che quell’anno uscivano con l’album ‘Help!’) e sono chiamati ad un’impresa tra le mura amiche per poter raggiungere la finale.
Ebbene, a Milano l’Inter vince 3-0 con le reti di Corso, Peiró e Facchetti.
Davanti a oltre 76600 spettatori i nerazzurri si trovano sul 2-0 già dopo 9′ ed è la rete del raddoppio di Joaquin Peiró a rimanere nella storia con l’attaccante nativo di Madrid furbo nel sottrarre la palla al portiere dei Reds Lawrence mentre questi si accingeva al rinvio e depositando la palla nella rete sguarnita.
Da qui, l’indimenticabile titolo del giornale d’annata Supersport.
Un laconico “Liverpolli”.
15 giorni dopo l’Inter giocherà la finale della Coppa a Milano contro il Benfica, già sconfitto nell’edizione 1962/63 della competizione dai cugini del Milan.
Finirà 1-0 per i Nostri, a conferma della maledizione di Béla Guttmann.
Ma questa è un’altra storia.
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