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Guarin torna sul passaggio saltato alla Juve (“Un momento duro”): ricordate le incredibili parole del Marotta bianconero?

Dierredivi

Dic 22, 2025

Fredy Guarin torna sui drammi vissuti ma anche sullo scambio saltato (all’ultimo) con la Juventus (che avrebbe portato Vucinic a Milano).

Già nel 2024, ad una televisione colombiana, aveva raccontato ad una televisione colombiana delle grandi difficoltà che aveva vissuto – entrando nel famoso dettaglio delle 70 birre in terra brasiliane (ci sembra una cifra un po’ eccessiva, ma tant’è): “Ho bevuto 70 birre in una notte, mi dava adrenalina vedere le armi e non misuravo il rischio passando 10 giorni completamente ubriaco: mi addormentavo per la stanchezza, mi svegliavo con la birra accanto dove mi ero addormentato e poi mi ubriacavo di nuovo”.

Nei giorni scorsi, intevistato dal Corriere dello Sport, è tornato sui momenti di dramma vissuti, per lo più lontani da Milano (dove è rimasto per sei anni, giocando in nerazzurro 141 partite – segnando 22 gol e offrendo 38 assist. Avesse tirato di meno da fuori avrebbe avuto numeri anche migliori).

Gli anni più difficili, furono quelli cinesi quando – a fronte di guadagni importantissimi – fu costretto a vivere lontano dalla famiglia.

Sono gli anni in cui veste la maglia dello Shanghai Shenhua (ora Shanghai Greenland Shenhua), acquistato per 13 milioni di euro. Sono gli anni tra il gennaio 2016 e il luglio 2019, quando si trova lontano dai suoi cari: “Avevo perso la mia famiglia. I miei figli erano lontani ed ero il responsabile di quella situazione e la mia dipendenza è peggiorata. Ero in un nuovo Paese. Io mi sono ritrovato così da solo con il mio problema. Bevevo, mi allenavo, giocavo. E tornavo a bere“.

Ma, fortunatamente, c’era almeno il calcio: “Il pallone in quegli anni era il mio psicologo. Era l’unica cosa che mi costringeva a rispettare orari, appuntamenti, responsabilità. Per non crollare del tutto”.

Come già accennato, la situazione peggiorò quando decise di tornare in Sudamerica, per giocare in Brasile con la casacca del Vasco da Gama. Un anno per lui in bianconero, con un bottino di 15 presenze globali: “Scoppiò il Covid. In quel momento è venuta meno anche quell’unica cosa che ancora mi salvava, il calcio. Tutto si era fermato ed ero rimasto senza niente a cui aggrapparmi, ancor più solo con me stesso”.

Non andò meglio nell’ultima avventura, con la maglia dei Millionarios di Bogotà,nella sua Colombia: “Avevo smesso di bere, ma dopo qualche mese ho ricominciato ed è stata la fine: ho smesso col calcio e sono gli anni di autodistruzione. Bevevo e basta, senza reagire: ho provato a togliermi la vita tre volte e per tre volte Dio mi ha salvato. Poi la mia psicologa e il mio agente mi hanno preso e messo in una fondazione, con un programma di riabilitazione che ancora oggi seguo ininterrottamente”.

Guarin – Vucinic e quel trasferimento saltato (con le parole al veleno di Marotta)

Se quanto scritto nelle righe precedenti è drammatico fuor d’eufemismo, il retroscena legato all’addio paventato all’Inter (nel gennaio 2014, quando saltò lo scambio con Vucinic) ha rappresentato per Guarin un brutto colpo – sebbene non paragonabile a quanto narrato: “Lo scambio con Vucinic? È stato un momento duro. Il club mi aveva avvisato dell’offerta della Juventus. Io volevo rimanere all’Inter, ma Mazzarri chiedeva Vucinic. E i tifosi nerazzurri invece pensavano che fossi io a spingere per l’addio!

Ricordiamo come all’epoca l’AD della Juventus era Beppe Marotta non risparmiò critiche pesantissime alla dirigenza nerazzurra (in cui c’era già Ausilio – ai tempi il Presidente era Thohir).

“C’è stata poca correttezza nei confronti dei calciatori. Vucinic è un grande professionista, normalmente quando un calciatore abbandona l’armadietto è evidente che si è arrivati alla conclusione della trattativa. È la prima volta in 30 anni che assisto a una vicenda incresciosa di questo genere, una situazione che ha portato disagio a Vucinic e Guarin” – disse a suo tempo Marotta (dicendo il vero per altro sul disagio di Guarin, bisognerebbe sapere cosa ne pensa Vucinic).

Clamorosa la stoccata seguente: “Mi guardo bene da intavolare ulteriori trattative con l’Inter: non parlo di mancanza di affidabilità, ma di mancanza di serietà. Non abbiamo puntato la pistola alle tempie di nessuno: nessuno di noi ha pensato di rifilare un pacco all’Inter. Vucinic è un grande giocatore”. In quel momento nessuno avrebbe pensato che appena un decennio dopo Marotta sarebbe stato addirittura presidente dei nerazzurri.


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