È un numero che tradizionalmente non porta una grande fortuna, in Italia quantomeno.
Se nei paesi anglosassoni è il 13 a tenere banco come numero sfortunato, in Italia è il 17: sono tante le spiegazioni attribuite alla Eptacaidecafobia, ma quella che preferisco è quella che 17 in numeri romani è XVII, il cui anagramma può essere “VIXI” (in latino “vissi” -> “sono morto”).
È un numero che non è stato indossato per qualche anno dai giocatori della pazza (e spesso sfortunata) Inter: nella stagione 2017/18 è stato Yann Karamoh l’ultimo ad indossare la maglia in questione, fino ad arrivare alla stagione 2023/24.
La casacca sembrava destinata ad essere indossata da Juan Cuadrado, approdato a parametro zero in nerazzurro dopo anni alla Juventus, ma alla fine il colombiano ha scelto la maglia numero 7 – e nonostante ciò la sfortuna si è abbattuta su di lui se è vero che ha potuto disputare solo 9 gare in nerazzurro, prima di essere costretto a fermarsi ai box per diversi mesi dopo essere stato operato al tendine d’Achille nel dicembre del 2023.
Proprio per colmare quel vuoto, l’Inter ha acquistato un altro esterno destro, il classe 1999 Tajon Buchanan, primo giocatore canadese della propria storia. E che maglia ha scelto? Lui, sì, la 17.
Chi ha indossato la maglia numero 17 nella storia dell’Inter?
Partiamo dall’ultimo, che abbiamo già spoilerato, per poi andare al primo (citato nel titolo): l’ultimo ad indossare la maglia numero 17 in nerazzurro è stato Yann Karamoh, esterno d’attacco classe 1998 oggi in forza al Montpellier che in nerazzurro ha disputato 18 gare complessive realizzando una splendida rete contro il Bologna l’11 febbraio 2018 alla sua prima presenza da titolare.
Il primo, nella stagione 1995/96, è stato Salvatore Fresi, detto Totò. Giunto nelle vesti di libero (a quei tempi, esisteva ancora il libero), fu poi trasportato a centrocampo da Roy Hodgson e complessivamente ha disputato non poche partita in nerazzurro, in quattro stagioni e sgoccioli: 123 gare ed 1 rete per lui, oltre alla vittoria della Coppa Uefa nella stagione 1997/98 (quando indossava però la maglia numero 7).
La maglia numero 17 è quindi passata sulle spalle di un altro giocatore che in seguito indosserà la maglia numero 7: parliamo di Francesco Moriero, che con il numero sfigato per eccellenza sulle spalle però fece vere faville.
La 17 toccò quindi a un calciatore che non fece poi così bene (per usare un eufemismo), ad una giovane promessa la cui carriera fu devastata da un infortunio e a uno dei tanti terzini sinistri (ma poteva giocare anche a destra) transitati per la Milano nerazzurra. I tre in questione sono Cyril Domoraud, Nicola Beati e Michele Serena.
Cyril Domoraud viene ingaggiato nella stagione 1999/00 dopo due buone annate con l’Olympique Marsiglia: la prima stagione disputa complessivamente 8 gare in tutte le competizioni e nella seconda ne disputa 3 prima di essere ceduto in prestito al Bastia. Nella stagione 2001 verrà scambiato con Helveg con i cugini del Milan, in uno dei pochi scambi vantaggiosi per l’Inter. Nicola Beati è stato una grande promessa della Primavera dell’Inter, con cui ha vinto un campionato e un Viareggio: per lui 3 gare in serie A, 2 in coppa Italia e una in Champions League, prima di un grave infortunio al ginocchio che ne ha pregiudicato la carriera. Infine Michele Serena ha disputato tre stagioni e mezzo in nerazzurro, giocando però solo 38 gare a causa di numerosi infortuni.
La lista prosegue con due giocatori italiani che hanno fatto bene in carriera, ma non nella Milano nerazzurra: parliamo di Fabio Cannavaro e Francesco Coco. Per Cannavaro 74 gare (con 3 reti) in nerazzurro prima dello scambio con Fabian Carini; per Francesco Coco, arrivato dal Milan in cambio di Seedorf (di Seedorf…) per provare a coprire l’annoso buco sulla fascia sinistra, 41 gare complessive con la maglia dell’Inter. In entrambi i casi verranno ricordati più per gli scambi inopinati che per altro.
La 17 è stata quindi indossata per una gara ufficiale (un ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia contro la Reggina nella stagione 2007/08) da Filippo Mancini, figlio di Roberto, e da Ricardo Quaresma (cui dedicheremo sicuramente un post ad hoc, presto o tardi).
Dopo la trivela (e prima del già citato Karamoh) quattro centrocampisti centrali, non esattamente del livello cui dovremmo essere abituati: il keniota McDonald Mariga, 36 presenze ed una rete in nerazzurro; l’italiano Angelo Palombo, bandiera della Sampdoria con 14 stagioni in blucerchiato intramezzate da mezza stagione in nerazzurro (condita da 3 presenze); il serbo Zdravko Kuzmanovic (55 gare ed 1 rete in due stagioni e mezzo in nerazzurro: lo ricorderemo più che altro per una gustosissima intervista natalizia che vi proponiamo in coda) e il grintosissimo cileno Gary Medel (109 gare ed una rete).
(Pubblicato il 17 agosto 2023, editato e ripubblicato l’11 febbraio 2024)