Ricordate Alessandro Pistone, terzino sinistro arrivato a Milano nell’autunno del 1995 e preferito a Roberto Carlos da Roy Hodgson? Ecco cosa fa oggi.
È stato vittima di una sorta di effetto Mandela applicato al giuoco del calcio. Un effetto Mandela cui lo stesso protagonista si oppone, quando nelle interviste smentisce che sia andata come tutti ricordano.
Parliamo di Alessandro Pistone, terzino sinistro nato a Milano nel luglio del 1975 e – tutti ricordano così, in questo peculiare Effetto Pistone – preferito da Roy Hodgson a un certo Roberto Carlos. Era il novembre del 1995, quando l’Inter lo acquistava dal Vicenza, dopo la gavetta tra Solbiatese e Crevalcore: Arriva durante la sessione autunnale (quando ancora esisteva la sessione autunnale) del calciomercato per 1,5 miliardi di lire (nemmeno un milione di euro) e indossa la maglia numero 28. In due stagioni disputa 60 gare complessive con la maglia nerazzurra, realizzando anche una rete (in Cremonese-Inter 2-4).
Al termine della stagione 1996/97 se ne va il suo mentore Hodgson (che intanto ha fatto vendere Roberto Carlos al Real Madrid l’estate precedente) e viene quindi acquistato dal Newcastle di Kenny Dalglish (per 6,70 milioni di euro – scrive Transfermarkt: sarebbe proprio una bella plusvalenza).
La scelta di andare in Inghilterra è legata anche a motivi familiari: Pistone s’è sposato da poco con una donna inglese, sebbene venuta a vivere in Italia ancora bambina, e ritiene quindi che l’esperienza in Premier League possa essere positiva anche per lei.
Da lì in poi, una carriera all’estero, con una parentesi italiana per metà stagione 1998/99 con la maglia del Venezia: giocherà tre stagioni complessive col Newcastle, ben sette con la maglia dell’Everton e infine – dopo essere rimasto senza contratto – un’ultima in Belgio, con la maglia del Mons.
E così ad appena 33 anni Pistone si ritira, vantando nel suo palmares l’Europeo Under 21 del 1996 (entra al 120′ della finale contro la Spagna e realizza uno dei rigori che cosentiranno agli azzurrini di vincere il titolo) e anche due presente ad Atlanta 96.
E sull’onta dell’essere stato la causa della cessione di Roberto Carlos, in un’intervista del 2017 alla Gazzetta dello Sport ha spiegato:
“È una leggenda metropolitana. La verità è che Roberto Carlos volle andar via, avendo richieste dal Real Madrid. E la società, a mio parere, non fece nulla per trattenerlo”.
Per certo, dopo il suo addio (e quello di Roberto Carlos, ancor più), l’Inter si è trovata per anni a dover fronteggiare il problema del terzino sinistro, oggi brillantemente risolto (sono anche passati quasi 30 anni) ma un tempo vera e propria piaga dell’undici nerazzurro.
Alessandro Pistone dopo il ritiro: tra campo e bar
Appese le scarpe al chiodo, torna in campo ma nelle vesti di allenatore: per lui diverse esperienze alla guida di squadre givoanili (come gli allievi dell’Aldini Bariviera – società dove iniziò a sua volta – e la Berretti del Varese) e delle brevi esperienze alla guida della prima squadra dell’Oggiono (eccellenza lombarda) e del Vighignolo (promozione).
Sebbene non ci siano recenti notizie circa la sua attività in campo, per certo è attivo anche in campo imprenditoriale: è infatti comproprietario Farinami, un ristorante in centro a Milano tutto dedicato alla piadina romagnola.
E Pistone ha raccontato tempo addietro in un’intervista a Sky: “L’idea di aprire un locale c’è sempre stata, da giocatore ne ho frequentati parecchi, ma mi spaventava. Poi la cosa mi è stata proposta e ho accettato. All’inizio ero distaccato: ero solo socio investitore, poi ho iniziato a passare qui dentro sempre più tempo. Mi piace perché adoro il contatto con le persone. La maggior parte sono degli habitué, lavorano negli uffici che ci sono in questa zona di Milano”.