“Per me giocare nell’Inter è un sogno che si avvera”: Adrian Mutu commentava così a fine novembre 1999 il proprio passaggio all’Inter, come riportato a suo tempo dal Corriere della Sera.
Raccomandato dall’ex allenatore rumeno dell’Inter Mircea Lucescu, nel gennaio 2000 Mutu diviene il primo giocatore proveniente dal paese circondato dai Carpazi a vestire la maglia nerazzurra (gli altri saranno in seguito l’eroe del triplete Cristian Chivu, lo sciagurato Ionut Radu e George Puscas – ma su questo ci torneremo in seguito).
Acquistato per due milioni di dollari (tre miliardi e 600 milioni di lire, sebbene Transfermarkt oggi parli di quattro milioni di euro) Mutu sbarca a Milano nel corso del mercato invernale del 2000 assieme al futuro rimpianto Clarence Seedorf e a un certo Ivan Ramiro Cordoba portando con se importanti aspettative, anche perché Lucescu promette a Moratti: “È un giocatore che la farà divertire”.
Per certo Mutu scrive la storia dell’Inter con il succitato primato, ma ha la sfortuna di vivere una stagione non fortunatissima (come in assoluto fu non fortunatissima la parentesi lippiana): la stagione 1999/2000 vede l’Inter terminare al quarto posto a pari merito con il Parma, conquistando la Champions League grazie allo spareggio con i ducali (vinto grazie alle reti di Baggio prima del suo triste addio).
Nonostante giunga ad aggregarsi a un reparto affollatissimo (ci sono giocatori – troppo spesso degenti – del calibro di Ronaldo, Vieri e il citato Baggio, oltre a Recoba e Zamorano) il classe ’79 riesce a racimolare 14 presenze tra campionato e Coppa Italia, realizzando due reti in coppa (dove i nerazzurri verranno sconfitti in finale dalla Lazio), prima di essere ceduto all’Hellas Verona per una cifra complessiva di circa 13 miliardi di lire (tra comproprietà e successivo riscatto).
Adrian Mutu, le due reti realizzate dal primo rumeno nella storia dell’Inter
La prima rete arriva quasi subito e fa sperare per il meglio: subentrato nel secondo tempo con la maglia 16 sulle spalle nel corso dell’andata dei Quarti di finale di Coppa Italia contro il Milan (un derby, non la più scontata delle gare) Mutu realizza la rete del 2-1 al 9′ del secondo tempo incornando un calcio d’angolo battuto splendidamente da Recoba (con Pizzul che non riconosce subito l’autore della marcatura… “tutto molto bello”, avrebbe detto lui stesso). La rete del rumeno verrà pareggiata dopo appena 1′ da Shevchenko ma la gara terminerà 3-2 per i nerazzurri grazie alla rete dell’altro neo-acquisto Seedorf.
Sempre in Coppa Italia arriva la seconda (bellissima) rete in nerazzurro (in giallo, ad onor del vero, a vedere la maglia) realizzata da Mutu. Contro il Cagliari, nell’andata della Semifinale, Mutu (spento nei primi 45′ a detta del giornalista di Studio Sport autore del servizio che potete vedere di seguito) sblocca il risultato ad inizio ripresa dopo uno scambio al limite dell’area con Vieri: il rumeno con una bella botta di destro da fuori supera il portiere avversario e porta in vantaggio la squadra di Lippi (poi raggiunta da Modesto prima della doppietta di Vieri che regalerà la vittoria all’Inter – poi sconfitta in finale dalla Lazio).
Della parentesi nerazzurra di Mutu rimarranno queste due reti, la sensazione che – come troppo spesso è accaduto nella Milano nerazzurra – non si sia voluto attendere per giudicare definitivamente un calciatore e, nel 2017, il racconto alla rivista della federazione calcistica rumena “Frf Raport de Joc”:
“Avevo solo 20 anni e rimasi colpito da molte cose, ma la cosa che più mi impressionò fu il modo in cui giocava, si allenava e correva Ronaldo. Aveva una velocità supersonica e un controllo di palla incredibile. Un calciatore fortissimo e un bel personaggio”.
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