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Tutti parlano di Eriksen: le opinioni di Di Canio e Beccalossi, mentre il danese perde valore

Nonostante nel derby contro il Milan ad aver mostrato la corda è stata soprattutto la difesa (con un Kolarov disastroso), il pensiero di molti commentatori va a Christian Eriksen.

Il campione danese, subentrato nel secondo tempo, è stato autore di una prestazione oggettivamente insufficiente – ma il rischio è che venga preso come capro espiatorio (quando in caso, ad espiare, dovrebbe essere la difesa).

E così, mentre fa notizia l’abbassamento di valore del cartellino del trequartista (che vale ora 60 milioni, a fronte dei quasi 80 di quando appena sbarcato a Milano – valori attribuiti da Transfermarkt), altri due ex fantasisti – di due ere calcistiche differenti – hanno detto la loro in merito ad Eriksen.

Decisamente duro l’ex nerazzurro Evaristo Beccalossi, ai microfoni di Tutti Convocati:

“Fa parte della rosa e ci si aspetta molto di più. Io sono contrario quando sento dire che bisogna trovargli la collocazione. Poche chiacchiere, uno quando va in campo deve dimostrare la forza che ha. Eriksen deve dimostrare di più. Ha qualità, ma quando uno indossa quella maglia la deve tirare fuori in un modo o nell’altro. Quest’anno l’Inter ha una grande rosa, chi rimane giù dal treno rimane giù. Deve darsi una svegliata“.

Altrettanto duro – ma con una chiara interpretazione del perché le cose tra l’ex Ajax e Conte non stiano andando bene – Paolo Di Canio:

“Partiamo dalla base. Ognuno ha il suo carattere e quello di Eriksen bastava e avanzava per non farlo approdare all’Inter. Conte è esigente, maniacale, pure su come devi fare sesso. Se farlo 10 minuti, 15 minuti. E mi piace un tecnico così esigente. Ma uno come Eriksen non c’entra nulla. Uno come Eriksen non c’entra nulla con Conte anche tatticamente. Ha giocato 10 anni, tra Ajax e Tottenham, un calcio opposto a quello di Conte. Non meglio o peggio ma diverso. Eriksen ti fa il tacco geniale ma istintivo. Conte questo non lo accetta, lui vuole meccanismi. E poi Eriksen non ha emozionalità. 4-0 vinci, 4-0 perdi non vedi la differenza in lui. E a Conte piace il giocatore emozionale, i giocatori che danno tutto per la causa. E io in questo sono d’accordo con Antonio”.

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