Ha girato l’Italia, da calciatore, nelle serie minori (per lui anche 4 presenze in A e 126 presenze in B).
Poi, da allenatore, ha prima girato Lazio e Campania, per poi mettersi al seguito di Simone Inzaghi, dapprima sulla panchina della Primavera, quindi sulla panchina della prima squadra.
E’ Massimiliano Farris, di origini sarde (come il conome suggerisce) ma milanese doc.
E vice di Simone Inzaghi anche all’Inter.
Queste le sue prime parole a Inter TV circa le prime impressioni:
“Il ritiro è andato molto bene. Per noi era importante il primo approccio con la squadra, e si è letto anche della volontà del mister e nostra di conoscere il gruppo anche prima del raduno. Giorni di lavoro intensi, serviti per conoscere i ragazzi anche a livello umano. Sta a noi calarci in questa nuova realtà. Devo molto a Simone così come alla Lazio. Anni intensi con grandi risultati, forse anche inaspettati, che ci hanno portato qui. Un bellissimo ricordo della Lazio, ma qui ha un sapore particolare perché diciamo che ‘gioco in casa’. Ci confrontiamo sotto tutti gli aspetti, dalla preparazione della partita alla condizione dei giocatori. Ormai con lo staff ci conosciamo da tanti anni e il lavoro settimanale viene organizzato dal gruppo”.
Quindi sul ritorno a Milano e sul suo interismo da ragazzino (un interismo forse comune a Simone Inzaghi?):
Ritorno a Milano nella sua amata Inter e target da centrare in questa stagione che vedrà i nerazzurri con lo scudetto sul petto dopo la vittoria del campionato orchestrata da Antonio Conte:
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“Sono tornato a casa dopo 34 anni. La città è cambiata in meglio e ne sono molto felice. Oggi mi ritrovo qui con la maglia per la quale ho fatto il tifo da bambino con mio padre. Di proseguire il lavoro che abbiamo trovato. Continuare a essere leader in Italia, e non sarà facile, e poi possibilmente fare un passetto in più in Europa che manca alla Milano nerazzurra”.