Robin Gosens è stato il grande colpo del mercato invernale nerazzurro.
L’esterno sinistro – giunto in prestito con obbligo di riscatto condizionato (dovranno essere soddisfatte alcune condizioni affinché rimanga all’Inter) – rappresenta il miglior innesto possibile per la fascia sinistra, facendo frattanto sì che l’Inter abbia maggior forza nell’eventuale trattative per il rinnovo di Ivan Perisic, non più insostituibile.
Nato in Germania, ad Emmerich am Rhein, è cresciuto calcisticamente nei vicinissimi Paesi Bassi ed in terra olandese ha giocato finché nel giugno 2017 (quando Robin non ha nemmeno 23 anni) gli emissari dell’Atalanta lo acquistano.
Nazionale tedesco dal 2020, al netto delle ultime problematiche fisiche ha conquistato uno spazio sempre più importante nella nazionale del suo paese e così il pensiero dei tifosi nerazzurri è andato ad altri giocatori tedeschi che hanno fatto le fortune dell’Inter, come Brehme (giocatore di fascia a sinistra come Robin) o il pallone d’oro Matthaus.
Ma oltre ai protagonisti dello scudetto dei record dell’annata 1988/89, altri 7 giocatori hanno giocato con la casacca dell’Inter.
E non tutti con esiti indimenticabili.
Li ricordiamo qui, quest’oggi.
I calciatori tedeschi dell’Inter
Il primo calciatore tedesco a vestire la casacca nerazzurra fu Horst Szymaniak, negli anni ’60: centrocampista difensivo giunto dal Catania, fu a disposizione di Helenio Herrera durante la stagione 1963/64.
Per lui 6 presenze (alcune fonti parlano di 11 gare), una Coppa dei Campioni e il trasferimento a fine stagione al Varese, prima del ritorno in Germania (giocherà nel Tasmania Berlino, nella stagione dei record negativi).
Dopo 20 anni (all’alba della stagione 1982/83) arriverà un centrocampista, Hansi Müller: vicecampione del mondo (sconfitto in finale dall’Italia nel 1982) giocherà 48 gare in due stagioni con la casacca dell’Inter, prima di passare al Como e passare il testimone a un campionissimo com Karl-Heinz Rummenigge.
Per Rummenigge tre stagioni in nerazzurro con 42 reti in 107 gare prima di finire la carriera al Servette, in Svizzera.
Per tornare a vedere dei tedeschi capaci di conquistare dei titoli in nerazzurro, dobbiamo attendere il 1988, quando giungeranno assieme dal Bayern Monaco (come in precedenza Rummenigge) Andreas Breheme e Lothar Matthäus: per entrambi quattro stagioni in nerazzurro, con il terzino capace di realizzare 12 reti in 148 gare e con il centrocampista (pallone d’oro nel 1990) autore di 53 reti in 153 gare.
Entrambi vinceranno il succitato scudetto dei record, una Supercoppa italiana e anche una Coppa UEFA, nella stagione 1990/91.
Quell’anno, in campo, ci sarà anche un terzo tedesco: l’attaccante Jürgen Klinsmann (per lui 40 reti in 123 gare).
Se ne andranno tutti e tre al termine della stagione 1991/92, passando il testimone al centrocampista Matthias Sammer (poi divenuto Libero nel corso della carriera) – ex Germania Est, in Italia sarà protagonista di una mezza stagione tutt’altro che indimenticabile (sebbene con 4 reti in 12 gare) anche a causa dei problemi con Osvaldo Bagnoli e con l’ambiente extrasportivo.
Passerà al Borussia Dortmund e nel 1996 vincerà il pallone d’oro.
Forse scottati da Sammer, i dirigenti nerazzurri non acquisteranno tedeschi fino alla metà degli anni ’10 del nuovo millennio quando – con Roberto Mancini in panchina – prenderanno in prestito Lukas Podolski, nato in Polonia ma naturalizzato tedesco. Per lui una rete in 18 gare e l’idea che il trasferimento in prestito senza diritto a favore dei meneghini sia stato un errore.
Dopo Podolski, Gosens, nella speranza che possa proseguire sulla scia dei Brehme e dei Matthaus, facendoci dimenticare le parentesi precedenti.