Javier Zanetti è l’Inter.
Attuale vicepresidente del club nerazzurro, ha il record di presenze con la maglia in tutte le competizioni (tranne che in Coppa Italia, dove lo precedono tante altre icone nerazzurre) e in assoluto è il calciatore con più presenze con la casacca dell’Inter, ben 858 (lo Zio Giuseppe Bergomi, primo per presenze in Coppa Italia ma secondo nella classifica assoluta, è a quota 756).
E in un’intervista rilasciata a Il Giorno ha investito un giocatore dell’attuale Inter dell’importante responsabilità di raccogliere la sua eredità.
Parliamo di Milan Skriniar – il cui rinnovo di contratto, in scadenza a fine stagone, ha ancora da venire – cui ha mandato un chiaro messaggio: chi lascia l’Inter poi se ne pente.
Queste le parole di Zanetti:
“Parlo spesso con i ragazzi e Skriniar ha un profilo molto importante per come approccia la cultura del lavoro. Io in passato ero così: parlare poco, dimostrare tanto. Spero resti a lungo con noi. Quando arrivai a Milano per me l’Inter era il massimo, e ho fatto tutta la carriera qui. Molti miei compagni di allora decisero di cambiare squadra: con il tempo mi hanno confessato che è stato un grande errore lasciare l’Inter…”.
Tanti altri gli aspetti di cui ha parlato durante l’intervista e di seguito ripoteremo giusto un paio di battute, le più interessanti.
Sull’addio a San Siro: “Dispiace perdere San Siro: c’è una visione romantica, ma è tempo di grande innovazione. Dobbiamo migliorare la struttura per offrire al tifoso uno stadio all’avanguardia e un’esperienza che vada oltre la partita”.
Quindi, sul rapporto con Moratti (che a sua volta aveva dichiarato che sarebbe stata una follia abbattere San Siro): “Da lui ho ereditato sicuramente il senso di appartenenza. Moratti e suo padre sono l’Inter. Ci sentiamo spesso, per questo club sarà sempre importante. Io cerco di continuare a trasmettere i veri valori dell’Inter come faceva lui”.
Infine, una risposta a chi dichiara “che l’Inter è tornata a vincere grazie agli juventini Conte e Marotta”:
“L’Inter è tornata a vincere perché ha fatto l’Inter. Antonio si è dimostrato un grande professionista, Marotta è un dirigente di cui conosciamo bene il valore. Aggiungo una cosa: quest’anno ci dicevano di mandar via Inzaghi dopo il ko con la Roma, roba da mettersi le mani nei capelli… Bisogna ragionare in maniera tranquilla: abbiamo vinto prima con Conte, poi sono arrivati altri trofei con Inzaghi. L’inter è protagonista da 4 anni”.