“Vorrei giocare una finale di Champions con questa maglia”: Federico Dimarco e tutto il suo amore per l’Inter

Federico Dimarco è uno di quei giocatori che ogni tifoso vorrebbe nella propria squadra.

Cresciuto nelle giovanili, tifoso del club, attaccato alla maglia.

E capace di prendersi un posto da titolare a suon di grandi prestazioni dopo aver girovagato per l’Italia: alla prima stagione di ritorno all’Inter, 2 reti in 42 gare complessive.

In questa seconda (schierato più spesso come esterno) è a quota 18 presenze, con 3 reti all’attivo e solo l’altroieri è arrivata la sua prima doppietta in serie A contro il Bologna.

E così, intervistato dalla Gazzetta in occasione del 25esimo compleanno (ha festeggiato ieri), ha parlato dell’emozione di aver realizzato per la prima volta due reti in una asola gara:

“Sì, è stata un’emozione. Ma il regalo è di tutta la squadra perché abbiamo vinto insieme. È giusto che la gente critichi per le 5 sconfitte in Serie A, che sono troppe, ma mancano tante partite. E, tralasciando il Napoli che ora sta benissimo, le altalene le hanno anche le altre: siamo tutte lì, non è solo e sempre l’Inter in crisi… La Juve una volta ha già rimontato 11 punti… E poi pensiamo all’anno scorso: eravamo a +8 e poi abbiamo visto come è finita. Può succedere di tutto, nel calcio non si sa mai. Non sarà facile, ma posso dire che daremo il 100% per arrivare più in alto possibile. La sconfitta col Milan, e mi è davvero difficile dirlo… è stata meritata. Con la Juve no: l’avevamo in mano, non ci hanno certo dominato. Ma ci prendiamo le nostre responsabilità perché abbiamo perso per colpa nostra”.

Dimarco ha quindi parlato delle parole di Roberto Carlos che lo ha di fatto incoronato come un astro nascente (qui le sue parole):

“Roberto Carlos ha detto che sono un vero talento? Che bello sentirlo dire da un giocatore che ha fatto la storia del calcio, nel mio stesso ruolo poi. Quando esci dal settore giovanile, devi fare i tuoi i step di crescita. Io penso di averli fatti e di essere arrivato all’Inter, per restare, al momento giusto. Se sono diventato il giocatore che sono, devo ringraziare tutti i tecnici che ho avuto. Ma uno su tutti, Juric”.

E dopo alcune battute su alcuni compagni di squadra (come su Lukaku: “Ha molto da dimostrare ai compagni e alla gente”) le parole più emozionanti / emozionali sono quelle legate al suo rapporto con l’Inter:

“Scendere in campo con lo stemma dell’Inter sul cuore è semplicemente la cosa più bella del mondo. Il mio tifo nasce in famiglia: neanche ricordo la prima a San Siro, avrò avuto tre anni. Da lì ho iniziato a seguire l’Inter ed è diventata, in senso buono, una droga. La mia passione. Giocavo il sabato o la domenica mattina, poi dritto allo stadio. L’ultimo anno in cui ho frequentato tanto era il 2010: col Barça in semifinale ero al primo verde, mai visto il Meazza vibrare così. Poi avevo un torneo e non sono potuto andare a Madrid, un giorno vorrei giocare una finale di Champions con questa maglia“.

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