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Calciatori svizzeri nella storia dell’Inter: dal blocco della fondazione a Sforza, Shaqiri e Sommer

Diadmin

Dic 17, 2023

“Sì, però, anche tu… ti sembra il caso di dormire con la maglietta di Sforza?”
“Eh, quella di Ronaldo era finita!”

Partiamo con questo dialogo indimenticabile per gli appassionati delle commedie italiane (è uno scambio di battute tra Giovanni e Aldo in Tre Uomini e una Gamba) per parlare dell’epopea dei calciatori svizzeri con la maglia dell’Inter.

Calciatori svizzeri in nerazzurro: Sforza dopo una lunga storia di elvetici a Milano (soprattutto agli albori)

Correva l’anno 1997, al cinema usciva il primo film di Aldo, Giovanni e Giacomo (destinato ad un exploit nelle sale nonostante la spietata concorrenza di film italiani come il futuro Oscar La vita è bella, Fuochi d’artificio e il cinepanettone A spasso nel tempo – L’avventura continua e di film stranieri come Sette anni in Tibet e il cartone Disney Hercules) e l’Inter aveva visto passare per un anno tra le sue fila Ciriaco Sforza, regista svizzero con una lunga carriera in Germania prima e dopo la parentesi nerazzurra.

Acquistato nel 1996 per 6 miliardi di lire dopo un buon europeo, a Milano gioca con la 21 sulle spalle 40 gare in tutte le competizioni segnando 4 reti prima di essere ceduto nell’estate del 1997, quando a Milano da Barcellona giungerà il Fenomeno Ronaldo.

Sforza è il primo giocatore elvetico ad indossare la maglia dell’Inter in quasi 40 anni: l’ultimo ad averla indossata era stato l’attaccante ginevrino Roger Vonlanthen, autore di 12 reti in 42 presenze in due stagioni tra il ’55 e il ’57.

Per il resto, bisogna fare un importante salto indietro nel tempo per scoprire come la Svizzera faccia parte indissolubilmente della storia dell’Inter e se il club nerazzurro esiste è in qualche misura grazie al blocco di giocatori svizzeri che sin dalla fondazione hanno vestito il nerazzurro.

È noto come l’Internazionale sia nata da una costola del Milan per poter consentire a giocatori non nati sul suolo italiano di giocare in Italia: ebbene, quei giocatori stranieri erano per lo più elvetici e uno dei principali fautori della fondazione dell’Inter (il pittore Giorgio Muggiani, frattanto autore del logo) pur essendo nato a Milano aveva studiato in Svizzera e lì si innamorò del calcio, diventando tifoso del San Gallo, prima di tornare a Milano e diventare socio dell’AC Milan (tutto ciò, prima della scissione).

Nella prima Inter c’erano i centrocampisti svizzeri Werner Kummer, Hugo Rietmann e Arnaldo Woelkel, oltre agli attaccanti Carlo Hopf e Bernard Schuler e l’anno seguente, nella prima Inter campione d’Italia capitanata da Virgilio Fossati, c’erano anche il portier Herny Muller,  i difensori Oscar Engler, Carlo Streit, Alfredo Zoller e Hans Yenni, i centrocampisti Ernest Peterley (capocannoniere in campionato con ben 23 reti), Furter e Adolph Stebler.
Nei primi anni post fondazione, vestiranno quindi con più o meno fortuna il nerazzurro altri svizzeri come Max Winter, Neudecker, Alfred Peterley (fratello del già citato Ernest), Heinrich Bachmann e Felice Martinelli.

Calciatori svizzeri in nerazzurro nel post Sforza

Dopo Sforza non sono dovuti passare altri 40 anni per avere un altro svizzero in nerazzurro: ne passano poco meno della metà (esattamente 19) ed arriva l’elvetico di origini albanesi Xherdan Shaqiri: acquistato nel gennaio del 2015 per volere di Roberto Mancini, giunge come un grande colpo di mercato in un’era avida di grandi colpi. Per lui solo mezza stagione e 3 reti complessive in 20 gare, per un’esperienza per lui non certo indimenticabile (in seguito vincere la Champions nel Liverpool, dopo averla già vinta nel Bayern Monaco).

Arriviamo quindi ad oggi, con un altro svizzero il cui cognome inizia per la S in nerazzurro: parliamo di Yann Sommer, portiere giunto dal Bayern Monaco dopo una lunga militanza nel Borussia M’gladbach: giunto per sostituire il camerunese André Onana, ceduto al Manchester United per una plusvalenza record, ha iniziato la sua esperienza in nerazzurro nel migliore dei modi.

Non è arrivato giovanissimo (è classe 1988: è arrivato a Milano a 34 anni) ma ha tutto affinché possa scrivere un pezzo di storia nerazzurra.

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