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Notizie sull'Inter per veri tifosi nerazzurri

Che fine ha fatto Vampeta? Bidone, icona gay, campione del mondo e pedina di scambio (con Dalmat e Adriano)

Dierredivi

Feb 24, 2025

Cosa fa oggi Vampeta, meteora brasiliana che ha vestito la maglia dell’Inter per otto volte nella disgraziata stagione 2000/01.

Quella di Marcos André Batista Santos è una storia da libro, ché nella vita Marcos André non s’è fatto mancare nulla.

E se il suo nome non vi dice nulla, molto di più vi dirà lo pseudonimo: Vampeta, crasi fra vampiro e capeta (diavolo, in brasiliano).

Se siete tifosi dell’Inter, non potete non ricordarlo ché s’è trattato probabilmente di uno dei bidoni più grandi rifilati a Massimo Moratti (che pure nel corso della sua gloriosa presidenza bidoni non se n’è fatti mancare – in tal senso dovremmo dedicare un articolo ai bidoni dei mercati morattiani).

Come per tanti altri acquisti non esattamente azzeccati, Moratti si basò sulle raccomandazioni delle persone a lui care: nello specifico, Vampeta fu acquistato perché amico di Ronaldo (furono tanti gli amici di Ronaldo acquistati nel corso degli anni, a partire da Zé Elias, giunto lo stesso anno del Fenomeno).

D’altro canto, bisogna dire che Vampeta godeva di ottima stima da parte degli addetti ai lavori: nel 1999 Antognoni arrivò a palare di lui come di un “Tardelli moderno” – ma sappiamo che capita anche agli addetti ai lavori di sparlarla grossa o di non essere molto accurati nei propri giudizi (è leggendario il paragone di Pistocchi tra Robben e Cerci).

Proprio nel 1999 la Fiorentina punta ad acquistare il centrocampista brasiliano, in forza al Corinthians dopo una parentesi europea in Olanda, tra PSV (dove conosce Ronaldo) e VVV-Venlo (con ritorno in patria per saudade nella stagione 1995/96).

Ma è l’Inter a spuntarla, nell’estate del 2000, con un’offerta da 30 miliardi di lire (15 milioni attuali, molti di più considerando l’inflazione) e gli offre un contratto triennale con opzione per il quarto. In realtà Vampeta a Milano non dura manco mezza stagione: a gennaio viene ceduto in comproprietà al PSG in cambio di Stephane Dalmat, che in nerazzurro lascerà ben più il segno (con giocate di fino, 66 presenze e 4 gol).

Di Vampeta in nerazzurro si ricorderà una discreta lentezza e otto apparizioni condite da una sola rete, realizzata in Supercoppa italiana (gara persa 4-3 contro la Lazio, in quell’occasione segnerà per i nerazzurri anche Robbie Keane, altra meteora di quel calciomercato).

Tra le otto apparizioni, anche 72′ nell’ultima gara di Marcello Lippi alla guida dell’Inter (il 2-1 contro la Reggina cui seguirà il famigerato sfogo dell’allenatore juventino, poi esonerato).

Anche a Parigi non va un granché e Vampeta, in un’intervista a Playboy, in seguito stroncherà la vita a Milano e nella capitale francese (senza risparmiare parole non esattamente di gratitudine verso il Presidente Moratti…): “Moratti sa tutto di petrolio, ma di “bola” non s’intende. Milano è una città di negozi dove piove sempre. Neppure Parigi mi piace: c’è la torre, ci sono i musei, ma preferisco la spiaggia di Bahia, per chi sa vivere non c’è posto migliore. La mia seconda patria è l’Olanda, un Paese libero: donne, droga, birra. La gente fuma, beve e si fa gli affari propri”.

Dopo Parigi, Vampeta torna in patria – per vestire la maglia del Flamengo – e per mezzo Vampeta arriva un intero Adriano (per l’altra metà, il PSG ottiene Reinaldo): a posteriori, tutto sommato, l’acquisto di Vampeta può essere considerato un affare, almeno per l’Inter.

In seguito una carriera non indimenticabile, complice anche un grave infortunio subito nel 2003, ma anche il titolo mondiale del 2002, pur giocando una sola gara dell’ultima campagna iridata vincente del Brasile (una ventina di minuti contro la Turchia nella gara d’esordio dei verdeoro, per Vampeta sarà anche la penultima gara in Nazionale).

Oltre che per il Mondiale vinto eper  la parentesi nerazzurra tutt’altro che felice, lo ricordiamo per aver posato nel 1999 completamente nudo (dentro la rete di una porta) per una rivista gay, G Magazine, raccontando poi di averlo fatto per soldi: “Mi hanno pagato 80mila dollari e una buona parte della cifra l’ho consegnata al padre di Cesar (segretario di Ronaldo, ndr) per ristrutturare un cinema a Nazaré das Faronhas, il mio paese”.

Generosità o scarsa oculatezza? Viene il dubbio che sia più che altro la seconda, se è vero che in seguito si tornerà a parlare di lui più che altro per debiti et similia: nell’aprile del 2023 tornerà alla ribalta per il sequestro di medaglie, trofei e altri beni per pagare un debito di circa 50.000 euro (300.000 reales, per la precisione) per la scuola delle figlie (che chiesero l’arresto del padre fino al pagamento dei debiti e degli alimenti).

Oltre ai debiti, anche ulteriori problemi con la legge – la denuncia da parte dell’ex moglie Roberta Soares per violenze e l’arresto in Kuwait nel 2005 per il trasporto di bottiglie di bevande alcoliche in auto, come vietato in alcuni paesi arabi; un breve tentativo di discesa in campo in politica (si candidò alle elezioni del 2010 nelle file del Partido dos Trabalhadores – il partito del Presidente Lula); e tanti tentativi di continuare nel mondo del calcio, anche se fuori dal campo.

In realtà gli esiti non sono stati così positivi: ha allenato brevemente il Nacional e  il Grêmio Osasco, club di terza divisione dove fu annunciato nel 2011 anche come calciatore (in realtà giocò pochi minuti di una sola gara, per poi dedicarsi pienamente al lavoro fuori dal campo con un salario da 450 euro al mese) e in cui è rimasto in seguito nel consiglio deliberativo.

Come molti altri ex calciatori, Vampeta si è inoltre disimpegnato (e si impegna) da commentatore sportivo, tra televisione e radio.

Di quel fisico statuario – che lo rese icona gay contro la sua volontà – non rimane nulla, mentre appare invecchiato e abbastanza bolso, cercando di non affondare tra un guaio e l’altro e non risparmiando bordate di vario tipo, come un Cassano appena un po’ più alto e samba.


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