Il Mondiale qatariota volge al termine, o giù di lì.
Mancano nove giorni all’atto conclusivo del primo Mondiale invernale della storia (il fatto che si sia giocato in inverno, in realtà, non ha poi pesato più di tanto – a pesare è stata più che altro la seconda assenza consecutiva dell’Italia) e sono tre le Nazionali con almeno un giocatore dell’Iner ancora in corsa: in ordine di prossima apparizione, c’è la Croazia di Brozovic, l’Olanda di Dumfries e De Vrij e l’Argentina di Lautaro Martinez.
Saremmo stati felici di parlare di Marocco di Hakimi (un Hakimi sempre estremamente nerazzurro, nelle dichiarzioni e nei presunti desideri di ritorno) ma purtroppo Hakimi è un giocatore del PSG.
Perdonatemi la digressione, in questo post di recap volto ad analizzare le prestazioni dei giocatori nerazzurri nel Mondiale qatariota.
A differenza dei post precedenti fatti dopo ogni turno della fase a gruppi (tranne il terzo turno, di cui parleremo in questo post) faremo un discorso meno schematico e più discorsivo, volto anche a capire come questo Mondiale potrà influire sul prosieguo della stagione in nerazzurro dei nostri ragazzi.
E partiamo parlando quindi dei giocatori che hanno lasciato la competizione iridata dopo / durante la fase a gruppi: Onana e Lukaku.
Nel primo caso, il portiere camerunense è stato fatto fuori per “incomprensioni” con lo staff tecnico e la Federazione (in realtà, non è chiarissimo cosa sia successo – com’è normale in una situazione del genere) mentre Lukaku è stato eliminato col Belgio dopo aver giocato nel secondo tempo dell’ultima gara della sua Nazionale contro la Croazia. Un match terminato 0-0 che ha visto il centravanti belga divorarsi alcune occasioni davvero nitide, per le ironie del web e degli avversari.
Per certo Lukaku avrà voglia di riscattarsi dopo il Mondiale tutt’altro che indimenticabile e di meritare sul campo l’eventuale permanenza a Milano (ricordiamo che è in prestito): ho fiducia che l’esperienza qatariota negativa sia uno sprone a fare meglio nela seconda parte di stagione, nella speranza che non ci siano ricadute fisiche – ché in quel caso sì la stagione sarebbe interamente da dimenticare.
Questo il commento di Simone Inzaghi circa il Mondiale di Lukaku: “Chiaramente Lukaku era deluso, è un Mondiale e tiene tanto alla sua nazionale. Ha giocato 45 minuti, ha avuto tre occasioni che in tutta la partita il Belgio non aveva avuto. Avendo le occasioni un attaccante deve stare sereno”.
Mentre, per quanto riguarda Onana: “C’è stata un’incomprensione che ha pagato lui, ma l’ho sentito ed è tranquillo. Io posso parlare di ciò che è successo all’Inter: è un ragazzo positivo, quando doveva stare in panchina è rimasto in panchina, quando doveva giocare ha giocato”.
Per certo avranno voglia di riscatto, e questo è positivo.
Sebbene il suo Mondiale prosiegua, ritengo possa avere voglia di riscatto anche Lautaro Martinez, in gol contro l’Arabia Saudita (in fuorigioco) ma poi divenuto fantasma o quasi.
Come dichiarato dal suo agente in radio, potrebbe essere una questione di problemi fisici: “Ha un forte dolore alla caviglia destra, si sta facendo le infiltrazioni per poter giocare. Lautaro è fortissimo di testa, ma i gol che gli hanno annullato contro l’Arabia Saudita sono stati momenti duri per lui. Ha lavorato sodo per far sparire quel dolore, e non appena accadrà, volerà in campo, perché è un goleador mondiale”.
Per certo, ha ancora la possibilità di riscattarsi con l’albiceleste, prima che con la maglia nerazzurra (ma anche per lui il Mondiale sin qui è andato male).
Potrà riscattarsi a partire dal quarto di finale contro l’Olanda di De Vrij e Dumfries: e se il primo è andato in Qatar per fare da ultima scelta nella abbastanza imperforabile difesa Orange, il secondo s’è ritagliato uno spazio importante, vicendo addirittura il titolo di MVP negli Ottavi di finale disputati dai suoi contro gli Stati Uniti, fornendo due assist e realizzando una rete nel 3-1 finale.
Il suo valore (dinnanzi agli occhi degli osservatori internazionali ma anche e soprattutto a livello di quotazione economica) è cresciuto in maniera importante e alle sue spalle c’è un Bellanova che scalpita, if you know what I mean.
Infine, last but not least, Marcelo Brozovic.
In campo nella sfida contro il Giappone vinta dai croati ai rigori, ha stabilito un record: durante la gara contro i nipponici, ha percorso ben 16,7 chilometri. Il record precedente era di 16,33 km (ed apparteneva sempre a lui: era stato stabilito a Russia 2018 nella gara contro l’Inghilterra).
E dire che lo abbiamo spesso considerato abulico: intanto Epic non si ferma mai ed infatti la stagione scorsa è stato il primo nella classifica dei km medi percorsi in Serie A (11,737 a partita).
Adesso la difficilissima gara contro il Brasile.
Per certo, avremo almeno un nerazzurro in semifinale – giacché Olanda e Argentina giocano contro: riusciremo a mantenere la striscia positiva di un giocatore in finale (come accade dal 1982)? Vedremo.