E’ finalmente sceso in campo, Ionut Radu.
All’intervallo della gara contro la Sampdoria, con l’Inter già campione d’Italia, è subentrato a Samir Handanovic – autore dell’ennesimo intervento quantomeno rivedibile della stagione (che ha portato alla rete di Keita).
Celebrato da tutti i compagni che lo hanno visto pronto ad entrare in campo, a testimonianza di un grande affetto nei suoi confronti.
Per lui è la seconda presenza in nerazzurro, la prima con Conte in panchina.
Nel 2016 – quando in panchina c’era un certo Roberto Mancini – l’esordio in un Sassuolo-Inter 3-1 (le 3 reti furono subite in quell’occasione da Carrizo, a suo tempo dodicesimo nerazzurro).
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A fine match, avvicinato da Inter Tv, Radu ha dichiarato:
“Mi sento molto migliorato in generale. Ho preso spunto dalla loro aggressività, in ambito psicologico, fondamentale a questi livelli. Fondamentale è poi il lavoro dello staff”.
Radu ha quindi aggiunto, sperando possano giungere ulteriori occasioni per lui: “Se sapevo che sarei entrato? Sapevo e non sapevo del mio ingresso. Qualcosa c’era nell’aria, io mi sono sempre fatto trovare pronto. Sono cresciuto con l’Inter in otto anni, speriamo arrivino altre occasioni”.
Considerando lo stato delle cose – non andremo anche a noi a parlare dei problemi economici che dovremo affrontare (ché d’altra parte sono comuni a quelli di tanti altri club) – mi interrogo:
perché non puntare su Ionut Radu in un’ottica d’alternanza con Handanovic (in vista eventualmente di un acquisto al termine della prossima stagione, qualora questa alternanza non risultasse soddisfacente)?
Si risparmierebbe la spesa per un cartellino, daremmo continuità al progetto nerazzurro (Radu è un prodotto del vivaio), dando spazio per altro ad un portiere di valore (è stato nominato nel 2019 miglior giocatore della Romania ed è il capitano della nazionale che affronterà l’Olimpiade quest’estate).